Italia-Ue, è scontro senza fine tra conti, migranti e copyright

Il 15 ottobre l'Unione europea esaminerà il piano di Bilancio del nostro Paese

in foto Matteo Salvini, Luigi Di Maio

ROMA (AWE/LaPresse) – Portare il deficit al 2,4% che, per usare le parole di Pier Carlo Padoan, è come passare con il semaforo rosso davanti a un poliziotto. Ma non solo. Sono diversi ‘i fronti’ aperti dal governo italiano agli occhi del ‘poliziotto’ Ue. E se i toni di M5S e Lega contro “gli eurocrati di Bruxelles” erano accesi già in campagna elettorale, non si sono certo placati adesso che Luigi Di Maio e Matteo Salvini siedono in Consiglio dei ministri.

Conti pubblici in Italia

L’Unione europea aspetterà il 15 ottobre, data entro cui deve essere presentato il piano di Bilancio, per esaminare la situazione dei conti pubblici italiani. Ma è chiaro che l’aver portato al 2,4% la soglia del rapporto deficit/Pil non rassicura i tecnici di Bruxelles. Da tempo i partner di Bruxelles rimproverano all’Italia gli “squilibri macroeconomici eccessivi”. E ci chiedono di correggere l’elevato debito pubblico, la scarsa produttività delle imprese, il saldo fra le entrate e le spese dello Stato. E i crediti diventati inesigibili detenuti da certe banche.

Migranti

I casi Aquarius e Diciotti hanno reso plastico lo scontro del Governo italiano con l’Unione per quel che riguarda la gestione dei flussi migratori. Il #chiudiamoiporti di Matteo Salvini ha fatto sì che alcuni Paesi europei si facessero carico ‘volontariamente’ di quota parte dei migranti, ma al momento – nonostante le parole di solidarietà pronunciate per quanto fatto dall’Italia – non esiste una soluzione comune che riguardi la ‘difesa’ delle frontiere esterne e la divisione dei migranti in arrivo.

C’è poi il fronte che riguarda i migranti di secondo livello in transito dall’Italia. Salvini ha ribadito venerdì 28 settembre di non aver ancora firmato il protocollo di intesa tra la polizia italiana e quella tedesca che riguarda in tutto circa 60mila persone che negli anni passati sono approdate sulle coste italiane, ma si sono poi diretti in Germania senza fare richiesta di asilo nel nostro Paese come prevede il regolamento di Dublino. “Ho sempre detto ai tedeschi che questo questo accordo è parte di un accordo più ampio. La Germania è sorda alle nostre richieste. Non firmo contratti”, ha detto il titolare del Viminale.

I rapporti con Russia e Ungheria

Ad aumentare la distanza tra Roma e Bruxelles ci sono poi le posizioni del governo giallo-verde su Russia e Ungheria. L’Italia infatti ha in più occasioni manifestato vicinanza alla presa di posizione del presidente Usa Donald Trump sulla necessità di riportare la Russia al G7 e revocare o rivedere le sanzioni economiche verso Mosca dopo la crisi Ucraina. M5S e Lega hanno poi detto ‘no’ quando l’Europarlamento ha preso posizione contro l’Ungheria del premier Viktor Orban e ha approvato la risoluzione in cui l’eurodeputata Judith Sargentini accusava Budapest di “minacciare” i valori fondanti dell’Unione europea.

Copyright

Ha parlato di “vergogna tutta europea”, di “censura dei contenuti degli utenti su internet”, poi, il vicepremier Di Maio dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo della nuova normativa sul copyright, assicurando che il M5s si batterà “nei negoziati tra i governi, in Parlamento europeo e nella Commissione europea” contro il provvedimento.

di Nadia Pietrafitta

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