L’Italia ha celebrato la Giornata Mondiale del Suolo con un importante appuntamento nazionale intitolato “Nuovi orizzonti”. L’evento ha riunito ricercatori, rappresentanti del mondo aziendale e amministratori pubblici per delineare il futuro di questa risorsa fondamentale, tanto vitale quanto vulnerabile. L’obiettivo principale è stato quello di promuovere un dialogo costruttivo basato su evidenze scientifiche e buone pratiche.
Il terreno è molto più della semplice superficie su cui camminiamo. È un ecosistema complesso e dinamico, essenziale per la sicurezza alimentare, la biodiversità e la regolazione del clima. Filtra l’acqua che beviamo, immagazzina carbonio più di quanto facciano le foreste e l’atmosfera messe insieme, e costituisce la base per il 95% della produzione di cibo a livello globale. Tuttavia, questa risorsa non rinnovabile è minacciata da erosione, inquinamento, salinizzazione e dall’inarrestabile cementificazione.
Il dibattito si è articolato attorno a quattro tavoli tematici, ciascuno dedicato a un’interazione specifica tra l’uomo e l’ambiente. Il primo focus ha riguardato i suoli urbani e la rigenerazione delle città. Si è discusso di come de-impermeabilizzare le aree edificate, creare nuove aree verdi e gestire il terreno cittadino per mitigare le ondate di calore e migliorare il benessere dei cittadini, trasformando le metropoli in luoghi più resilienti e sani.
Un secondo tavolo ha affrontato la gestione dei rifiuti e le bonifiche. Una corretta raccolta e smaltimento dei rifiuti sono cruciali per prevenire la contaminazione del terreno con sostanze tossiche. Parallelamente, si è esplorato il tema delle bonifiche di siti industriali dismessi, un’opportunità per recuperare aree contaminate e restituirle alla comunità, applicando i principi dell’economia circolare.
Il legame tra acqua e agricoltura è stato al centro del terzo panel. Un terreno sano e ricco di materia organica ha una maggiore capacità di trattenere l’acqua, riducendo il rischio di siccità e la necessità di irrigazione. Sono state presentate pratiche agricole innovative che migliorano la fertilità e la struttura del terreno, garantendo produzioni stabili e un uso più efficiente delle risorse idriche.
Infine, si è parlato di fibre tessili naturali. La produzione di cotone, lino o canapa, se gestita in modo sostenibile, rappresenta un’alternativa ecologica ai tessuti sintetici derivati dal petrolio. Questo settore si inserisce perfettamente nel paradigma dell’economia circolare, dove il terreno non è solo fonte di cibo, ma anche di materie prime rinnovabili che, a fine vita, possono tornare alla terra senza danneggiarla.
L’incontro ha rafforzato un messaggio chiave: il terreno è il filo conduttore che unisce le grandi sfide del nostro tempo, dall’ecologia alla gestione territoriale. Per salvaguardarlo sarà indispensabile un approccio integrato, capace di unire scienza, impresa e politica verso un obiettivo comune.






















