Italia: via libera alla nuova riforma dell’edilizia

47
Riforma edilizia
Riforma edilizia

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge che delega il Governo a scrivere un nuovo Codice dell’edilizia e delle costruzioni. Si tratta di un passo fondamentale per riformare in modo organico il settore, sostituendo l’attuale Testo Unico dell’Edilizia, una normativa in vigore da oltre vent’anni.

La riforma si è resa necessaria per superare l’eccessiva frammentazione della legislazione attuale. A causa delle continue modifiche subite nel tempo, il Testo Unico si è trasformato in un mosaico di regole complesso e di difficile applicazione, generando incertezza per cittadini e imprese. Con l’approvazione di questa delega, il Governo avrà dodici mesi di tempo per definire il nuovo Codice attraverso uno o più decreti legislativi, con l’obiettivo di creare un quadro normativo finalmente chiaro e coerente.

Uno degli scopi principali del nuovo Codice sarà fare chiarezza sulla ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni in materia di governo del territorio. Verranno definiti degli standard minimi di prestazione uniformi in tutta Italia, garantendo criteri omogenei per interventi come i cambi di destinazione d’uso, il risparmio energetico, la sicurezza sismica e l’accessibilità degli edifici.

La semplificazione delle procedure è un altro pilastro della riforma. Si punta a razionalizzare i percorsi per ottenere i titoli abilitativi, come il Permesso di Costruire o le segnalazioni di inizio attività, riducendo tempi e costi. Sarà inoltre potenziato il principio del silenzio-assenso, che prevede l’approvazione automatica di una pratica in caso di mancata risposta della Pubblica Amministrazione entro i termini previsti.

Il provvedimento interverrà anche sulla regolarizzazione degli immobili. Sarà più semplice dimostrare lo “stato legittimo” di un edificio e verranno riviste le norme sulla “doppia conformità”, semplificando la sanatoria per le piccole difformità storiche, in particolare quelle realizzate prima del 1967.

Un’attenzione particolare è rivolta alla sostenibilità e alla rigenerazione urbana. La riforma prevede una revisione degli oneri e dei contributi di costruzione per incentivare il recupero del patrimonio edilizio esistente anziché il consumo di nuovo suolo. Verranno inoltre facilitate le procedure per il cambio di destinazione d’uso tra categorie funzionali omogenee.

Infine, la delega spinge con forza sulla digitalizzazione del settore. È previsto l’avvio di un processo per rendere interoperabili le banche dati pubbliche, un passo indispensabile per creare l’anagrafe e il fascicolo digitale delle costruzioni. Questi strumenti garantiranno maggiore trasparenza e tracciabilità lungo tutta la vita di un immobile.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome