JAZZ 365 RITRATTI – Joe Venuti – Il padre del violino jazz

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Nato il 16 settembre 1903 a Philadelphia da una famiglia di origini italiane, Giuseppe “Joe” Venuti è ricordato come il padre del violino jazz. In un’epoca in cui questo strumento era poco considerato nella scena jazz, Venuti seppe trasformarlo in voce solista di grande forza espressiva e virtuosismo.

Il sodalizio con Eddie Lang

Fin da giovane, Venuti legò il proprio nome a quello del chitarrista Eddie Lang (al secolo Salvatore Massaro), anch’egli di origini italiane. I due formarono un duo leggendario negli anni Venti, tra i primi a dimostrare che strumenti a corda potevano avere un ruolo centrale nel jazz, fino ad allora dominato da fiati e pianoforte. Le loro incisioni per la Okeh Records e collaborazioni con artisti come Bix Beiderbecke e Jean Goldkette restano pietre miliari.

Virtuosismo e innovazione

Venuti possedeva una tecnica impeccabile, caratterizzata da un arco potente e da un fraseggio swingante. Non si limitava al ruolo melodico: sapeva dialogare con gli altri strumenti, creare ritmo, e persino usare l’archetto in modo percussivo.
Il suo stile ironico e brillante lo rese anche un personaggio molto amato: noto per i suoi scherzi e la personalità carismatica, contribuì a portare il violino fuori dall’immaginario “classico” e dentro al cuore del jazz.

La carriera lunga e la riscoperta

Dopo la morte prematura di Eddie Lang nel 1933, Venuti proseguì una carriera solistica, suonando con le più grandi orchestre e collaborando con musicisti come Bing Crosby e i Dorsey Brothers. Negli anni Sessanta, con il revival del jazz tradizionale, fu riscoperto da un pubblico più giovane e continuò a registrare e a esibirsi fino agli ultimi anni.

Eredità

Joe Venuti morì nel 1978, lasciando un’eredità fondamentale: senza di lui, il violino forse non avrebbe trovato un posto stabile nel linguaggio jazz. Il suo esempio aprì la strada a musicisti come Stéphane Grappelli, Jean-Luc Ponty e Regina Carter, che ne raccolsero la lezione portandola in epoche e stili diversi.

Da ascoltare: Wild Cat (1927, con Eddie Lang), un brano che mostra l’energia trascinante e l’incredibile affiatamento tra i due pionieri delle corde jazz.

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