MOSCA (Ciro Iavazzo) – Non è stato abbattuto il jet russo militare che è precipitato questa mattina nella costa al largo della Siria. Un incidente, forse anche banale, pare abbia provocato lo schianto del caccia in un impatto che ha causato la morte di due persone, i due piloti a bordo dell’aereo. Era forse quello il timore più grande alla diffusione della notizia in un clima teso come quello che si respira in questi mesi. Niente di tutto ciò, oseremo dire per fortuna, ma pare si sia trattato di una tragica fatalità. Il SU-30SM era decollato dalla base di Khmeimim, per poi cadere nel Mar Mediterraneo, nella costa siriana di Latakia.
La dinamica dell’incidente
Stando ad una prima ricostruzione basata sulle informazioni preliminari giunte dal jet russo, a causare la caduta pare sia stato un uccello finito nei motori, risucchiato dai potenti macchinari. Questo avrebbe causato il blocco del caccia che sarebbe poi finito in mare. In ogni caso è stata categoricamente esclusa la possibilità che l’aereo sia stato abbattuto da un missile nemico, così come confermato anche dallo stesso governo russo, il primo a dare la notizia e i primi dettagli di quanto accaduto in mattinata.
Il ministro della Difesa: hanno lottato fino alla fine
A perdere la vita nello schianto i due piloti. A confermare la notizia lo stesso governo a poche ore dall’impatto. “I piloti hanno lottato per tenere l’aereo sotto controllo fino all’ultimo minuto”, ha dichiarato il ministro della Difesa a poche dopo la tragedia. Mentre Mosca piange i sue due piloti deceduti, continuano i bombardamenti da parte dei miliziani di Assad. All’opera invece gli Stati Uniti, la Francia e la stessa Russia per formare un team di esperti che facciano luce sull’attacco chimico di inizio aprile nella città di Dume, che ha provocato decine di morti: in agenda indagini a tappato nelle possibili strutture coinvolte.
