BRUXELLES – Kiev vuol sedersi al tavolo dell’Unione europea ed entrare a far parte dei 27 membri ora in essere. In realtà le prospettive ci sarebbero pure, visti i rapporti consolidatisi in questi anni ma l’iter burocratico appare lungo e articolato. Il procedimento, infatti, richiede diversi anni e riforme strutturali importanti. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo l’amicizia stretta con l’Ue in questi ultimi anni appare ottimista: “Credo – ha detto – che sia la cosa giusta, ce lo siamo meritati”, chiedendo inoltre di attivare “una uova procedura speciale che permetta allo Stato di Kiev di entrare in Ue senza dover seguire la lunga procedura prevista dai Trattati per l’adesione”. Una scorciatoia, insomma.
La risposta
E sembra trovare riscontro la richiesta di Kiev: “Concedere all’Ucraina lo status di candidato all’Unione Europea è un atto politico importante, ma non vincolante” ha sottolineato la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. Concetto condiviso appieno anche dal Parlamento europeo, che proprio ieri ha approvato una risoluzione con cui si impegna “a lavorare per concedere all’Ucraina lo status di candidato all’Unione Europea”. Secondo la presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola “Bruxelles lavorerà per raggiungere tale obiettivo”. Va però ricordato che “nel diritto europeo le risoluzioni del Parlamento non hanno carattere giuridico vincolante” ma “atti dal valore politico, una sorta di dichiarazione d’intenti”.
La sottolineatura
L’alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri, Josep Borrell aveva anche sottolineato solo qualche ora prima dell’approvazione dell’Europarlamento che “pur riconoscendo la chiara prospettiva europea di Kiev “l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea nell’immediato, non è all’ordine del giorno”, in quanto trattasi di un processo che richiede molti anni” e che la situazione attuale invece “richiede una risposta per le prossime ore, non per i prossimi anni”. A Borrel ha fatto eco la ministra degli Esteri di Berlino, secondo la quale “l’adesione di Kiev non è una cosa che può farsi in pochi mesi”.