MILANO (LaPresse) – “Cristina è libera dall’accusa di propaganda terroristica, ma non di tornare a casa”. Così a LaPresse Silvia Cattafesta, sorella di Cristina, in stato di fermo in Turchia dove era arrivata per svolgere attività di osservazione elettorale. La donna, milanese di 62 anni, è stata bloccata ieri durante un controllo di polizia nella provincia di Batman. “Il suo compagno, Edoardo, è lì ed è l’unico ad essere stato ammesso all’interno del carcere per starle vicino”, spiega Silvia.
La donna sarà trasferita in un centro di detenzione per stranieri
Cristina non trascorrerà una seconda notte in carcere. Ma, secondo quanto si apprende, sarà trasferita nella foresteria di un centro di detenzione per stranieri a Batman, in attesa di risvolti. “Domani – continua la sorella – sapremo se le verrà dato un foglio di via. In tal caso rientrerà in Italia, che è ciò che ci auguriamo, ma non potrà più far rientro in Turchia. L’ufficio immigrazione potrebbe però prolungare i tempi, e questo significherebbe un allungamento della faccenda”.
Per la sorella, in costante contatto con gli avvocati di Cristina, il cognato e gli amici con cui la coppia si era recata in Turchia, “il fatto che non sia stata condannata per propaganda terroristica, dopo che le autorità turche avrebbero visto sulla sua bacheca una foto riconducibile al Pkk, è una grande gioia”.