La F1 prova a gettare ancore di salvataggio per evitare il naufragio, tra un presente incerto e zoppicante e un futuro a tinte fosche. Il Covid-19 continua a non dare tregua, le scuderie rischiano di essere sempre più a rischio come denunciato dal team principale della McLaren, Andrea Seidl, e la prospettiva che la stagione non possa prendere il via resta nell’aria. Le disposizioni dei singoli governi in Europa inducono a pensare ad uno slittamento del Gp di Francia a Le Castellet del 28 giugno, diventato prima gara della rivoluzionata stagione, e adesso a tremare è anche il Gp del Belgio del 30 agosto dopo che l’esecutivo belga ha chiesto di evitare assembramenti fino alla fine di agosto. In forse resta anche il Gp di Austria a Zeltweg nonostante il ministro austriaco dello sport abbia aperto al Gp senza pubblico. Ma la F1 in questa fase deve fare i conti con le curve epidemiologiche che non intendono assottigliarsi in maniera così marcata. Sulla scia di Bernie Ecclestone, presidente onorario della F1 che invita a pensare direttamente al 2021, anche l’ex predidente della Fia, Max Mosley è stato molto chiaro sul futuro di questa stagione: “Se aspetti e vedi, rischi di peggiorare la situazione senza avere la certezza di poter assegnare alcun titolo. Non c’è alcuna garanzia che le gare inizieranno di nuovo a luglio, e in realtà sta diventando sempre meno probabile. Se si cancella la stagione, i team e gli organizzatori avrebbero la sicurezza di pianificare e agire”, ha dichiarato il dirigente britannico avvertendo dunque dei rischi di una presa di posizione ostinata.
L’idea degli organizzatori e della stessa Liberty Media, proprietaria e detentrice della competizione motoristica Formula 1, è quella di disputare quattro Gp nel mese di luglio,, senza pubblico in Austria e in Inghilterra con due gare nello stesso week-end. Serviranno altre gare in Europa per poi spostarsi in Cina, Vietnam e Bahrain. L’ipotesi è quella di arrivare ad un minimo di 15 Gp, quelli sufficienti per portare a termine la stagione e ottenere i soldi dai diritti tv e dalle numerosi sponsor. La via che porta alla disputa di un intero weekend a porte chiuse pare dunque quella più logica e fattibile nonostante le forti perdite economiche.
Ma proprio su questo punto si è focalizzato l’incontro tra Fia, F1 e team per garantire un futuro a tutti i dieci team. Sul tavolo l’idea di scorporare dal contratto quanto viene guadagnato attraverso la vendita dei tagliandi così da garantire uno sconto ai promoter. Inoltre si prevede la possibilità di dare soldi in anticipo ai team in difficoltà per evitare la separazione di alcune squadre in tempi relativamente brevi. Attualmente non sono pochi i team a favore della riduzione del budget cap per il 2021, che in origine era stato portato a 175 milioni di dollari, ma che potrebbe scendere a 100. Jean Todt, numero uno della Fia, ne avrebbe già parlato con il presidente della F1, Chase Carey, e con i team per proteggere le squadre e il futuro della F1. Si punta dunque ad un abbassamento del tetto delle spese. Sembra ci sia ormai il chiaro impegno a capire che si è nel pieno di una crisi e che vanno prese decisioni nell’interesse di tutti per fare in modo che i motori tornino a ruggire senza il rischio che si ingolfino.
(LaPresse)