La Francia ha deciso: “no” all’accordo Renault-Fca. Almeno per ora

Dopo giorni di trattative e di lavorio ai fianchi dei manager Fca, Emmanuel Macron ha detto no all’accordo per la fusione Fiat Chrysler Automobiles e Renault

LAPRESSE / AFP

PARIGI – La Francia dice no al sodalizio Renault-Fiat Chrysler Automobiles. Dopo giorni di trattative con i manager della Fca, il governo di Emmanuel Macron ha stoppato dunque il grande accordo per la fusione. Inevitabilmente Fca ha ritirato la sua proposta, anche se Renault parrebbe lasciare una porta aperta spiegando in un comunicato “che continuerà a esaminare con interesse la proposta ricevuta”.

Il “No” di Parigi

Parigi ha in pratica imposto al consiglio di amministrazione della casa automobilistica francese riunito per oltre 6 ore, dalle 18 a mezzanotte inoltrata, di non votare la proposta avanzata dal presidente John Elkann all’omologo francese Jean Dominique Senard. Laconico il comunicato della casa d’Oltralpe: “Il cda non è stato in grado di prendere una decisione a causa dell’auspicio espresso dai rappresentanti dello Stato francese di rinviare il voto a un consiglio ulteriore”. Secondo voci raccolte a Parigi sarebbe stato direttamente il presidente Macron a intervenire sulla trattativa fra le due aziende, preoccupato di arrivare alle elezioni del prossimo anno senza l’ombra di possibili chiusure di stabilimenti e di operai in strada. Uno degli scogli principali della contrapposizione fra il governo e Fca è stata proprio la richiesta di mantenere lo status quo per almeno quattro anni, a fronte della disponibilità a non toccare fabbriche e organici per due.

La pressione della lettera

Sembra che una certa influenza su Macron abbia avuto anche la lettera sulla fusione inviatagli ieri dall’ex ministro del Lavoro di Nicolas Sarkozy ed esponente della destra, Xavier Bertrand. Nella missiva inviata al presidente, l’attuale governatore della regione Hauts-de-France dichiara che una “tale decisione non può avvenire in modo precipitoso”. Secondo Bertrand “si pongono un certo numero di questioni, una decisione non può essere adottata sotto la pressione del gruppo Fiat che concederebbe quindici giorni di tempo. Vista l’importanza del gruppo Renault nell’industria francese, l’ingresso in un negoziato esclusivo con il gruppo Fca non va concepito senza l’ottenimento garanzie solide e indiscutibili, in particolare, sulla tutela dei posti di lavoro e dei siti industriali francesi, ma anche sull’equilibrio della governance tra francesi e italiani”.

Mercati: titoli in calo

Wall Street comunque non l’ha presa bene: subito dopo l’annuncio di Renault il titolo Fca ha perso il 3,71 per cento. Martedì il cda aveva espresso il proprio interesse per le nozze con Fca, e nonostante avesse poi finito per rinviare a ieri, nel corso di una nuova sessione, ogni possibile decisione, si respirava un certo ottimismo. 

La difesa degli interessi

“La Francia – ha detto il ministro Le Maireresterà ferma nella difesa dei suoi interessi industriali, a cominciare dalla tutela degli stabilimenti, dei centri di ricerca e dei posti di lavoro”.

Sì alla fusione ma con cautela

“Vogliamo fare questa fusione, ma non la faremo a qualsiasi condizione – aveva avvertito il ministro dai microfoni di Bmt-Tv –. Di fronte a un dossier di questa portata non si può agire in modo precipitoso. Prendiamo il tempo di fare le cose per bene”.

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