La rete del clan Mazzarella fino a Portici e San Giorgio. Le estorsioni per controllare il territorio

Varco Pisacane al Porto di Napoli

NAPOLI – La Procura ha acceso i riflettori sul porto dopo l’aggressione a colpi di casco al titolare di un bar, che si trova all’interno dello scalo commerciale, residente in provincia. Il clan Mazzarella – è la ricostruzione della Dda – avrebbe imposto il ‘pizzo’ all’imprenditore, poi vittima di un violento pestaggio poiché avrebbe interrotto i pagamenti. E’ la sintesi dell’inchiesta, che ieri mattina ha portato a tre misure cautelari (CLICCA QUI PER LEGGERE).

Non solo. Due fratelli titolari di un bar e di una ditta di facchinaggio hanno raccontato le estorsioni subite, minacciati per poter continuare a lavorare all’interno dell’area portuale. Secondo le indagini della Direzione distrettuale Antimafia di Napoli e condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Torre del Greco, il clan Mazzarella controlla il racket nel porto di Napoli, ma anche in provincia a San Giorgio a Cremano e fino a Portici. È quanto emerge nelle conversazioni intercettate nel corso delle verifiche. La denuncia, presentata nel 2022 dalle vittime, avrebbe portato alla luce un incubo durato anni. Gli accertamenti della Procura proseguono anche in queste ore, gli inquirenti sospettano che ci siano dei complici.

La lotta contro il racket e le infiltrazioni camorristiche nel tessuto economico del porto di Napoli resta una priorità per le forze dell’ordine e la magistratura. Ancora una volta, la sinergia tra le forze dell’ordine e la magistratura conferma la possibilità concreta di contrastare il racket e liberare le imprese dall’oppressione criminale. “Le vittime di racket e usura non sono mai sole. Le associazioni antiracket sono pronte a sostenere chiunque scelga di denunciare, offrendo assistenza legale, psicologica e morale in ogni fase del percorso – spiega il presidente di Sos Impresa, Luigi Cuomo – grazie al coraggio delle vittime è scattata l’indagine. La collaborazione delle vittime è un atto di forza e speranza. Sos Impresa Rete per la Legalità esprime profonda gratitudine e rispetto per il coraggio dimostrato dai due fratelli, la cui denuncia ha rappresentato l’elemento decisivo per smantellare questo ennesimo tentativo di racket. Ogni denuncia è un atto di forza, di speranza e di liberazione non solo per chi la compie, ma per l’intera comunità, che si affranca dal giogo della criminalità organizzata”.

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