CASERTA – Prodotti cresciuti a poca distanza dal consumatore, da allevatori ed agricoltori locali, senza utilizzare sostanze chimiche o altre componenti industriali nella filiera, con una particolare attenzione a processi di produzione ‘cruelty-free’: il carrello della spesa degli italiani diventa sempre più green e sostenibile.
L’attenzione verso l’ambiente e il territorio parte oggi dalla tavola e dalla casa. La scelta di ogni tipo di prodotto, per molti italiani, ha iniziato ad essere una questione di vicinanza alla natura. Non è però sempre oro quello che luccica e, anche se uno sguardo alle etichette può aiutare a prevenire molte pratiche dannose per il territorio e la salute dei consumatori la possibilità di venire forzatamente e subdolamente ‘indirizzati’ verso prodotti solo apparentemente amici dell’ambiente è sempre dietro l’angolo. Si tratta d’altra parte di un ‘carrello della spesa’ del valore di circa 9 miliardi di euro l’anno e che va sempre più ingrandendosi.
Dal produttore al consumatore: la fiducia va ai fornitori locali
Non basta che su un prodotto ci sia scritto ‘proviene da coltivazioni locali’. Troppo spesso le grandi catene approfittano di diciture semplicistiche laddove, un grande ‘fornitore’ locale, riceve comunque frutta e verdura di importazione. E’ per questo che la fiducia andrebbe data soltanto ai ‘veri’ fornitori locali. La sicurezza e la fiducia che si può riporre nei piccoli commercianti di frutta e verdura, sulla provenienza a ‘chilometro 0’ dei prodotti, non è neppure lontanamente paragonabile a una sterile etichetta.
Dalla plastica al cellophane: le confezioni da evitare
Sempre più spesso i grandi punti commerciali si affidano a confezioni di plastica. Mono-porzioni o simili preimpacchettate, spesso a prova d’aria. Non soltanto si tratta di migliaia di tonnellate di plastica che inutilmente, ogni giorno, vanno a finire nell’immondizia. Si tratta anche di una questione di salute. Le verdure, tenute in buste di plastica con all’interno umidità, non si trovano nelle condizioni ottimali di conservazione. Rispetto a una lattuga intera un confezione imbustata non può durare più di qualche giorno prima di andare a male. Scegliendo prodotti freschi si aiuta l’ambiente, risparmiando e mangiando meglio. Perché ‘niente plastica’ è sempre meglio di ‘meno plastica’
Trasporti ed emissioni, il vero ‘chilometro 0’
Decine di migliaia di camion percorrono ogni giorno le autostrade italiane, consegnando da un capo all’altro dello stivale prodotti agricoli e da allevamento che potrebbero venire facilmente prodotti sul posto: sono molti i motivi per cui il ‘chilometro 0’ è conveniente, non soltanto per l’ambiente. Facile notare come i prodotti di una grande catena vadano a costare prezzi simili se non addirittura maggiori rispetto a quelli dei piccoli commercianti. Perché delle salsicce vendute sui banchi delle salumerie campane, che vengono però prodotte in Lombardia, necessitano prima di venire trasportate al Sud. Tonnellate di benzina bruciata ogni giorno che non soltanto crea problemi per l’ambiente, tra smog ed emissioni di anidride carbonica ma anche ai costi. Perché la spesa per i trasporti, così come anche quella per la pubblicità dei marchi, si riversa inevitabilmente sul prezzo dei prodotti. Scegliere una produzione più locale aiuta quindi anche il clima, oltre che ad essere più salutare, sia a breve che a lungo termine. La qualità è migliore e il risparmio è assicurato, facendo la propria parte per l’ambiente.
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