L’allarme dei pediatri: “Smartphone ai ragazzini? Tanti rischi. Mai a tavola”

La maggior parte delle ricerche è stata condotta negli Usa e in Paesi asiatici come Cina e Corea

MILANO – Da abitudine a dipendenza, il passo è breve. Questo è il rischio principale a cui vanno incontro adolescenti e ragazzini, ormai sempre più precoci nell’uso di smartphone e tablet. Troppe ore chini sullo schermo possono far perdere ore preziose di sonno, irritare gli occhi, provocare dolori al collo e alle spalle, rendere distratti e disattenti.

Internet e social network: croce e delizia

Non che internet e i social network siano del tutto negativi, anzi in alcuni casi possono rappresentare un aiuto per favorire le relazioni sociali con i coetanei. Ma un’iperattività concentrata sugli smartphone può diventare dannosa per la salute psicofisica. A certificarlo sono una serie di recenti studi scientifici condotti in tutti il mondo, che la Società italiana di pediatria ha raccolto e esaminato in un documento ufficiale in occasione del 75esimo congresso italiano di pediatria che si apre a Bologna, che riguarda ragazzini e ragazzine dagli 11 ai 17 anni.

Come usare la tecnologia, i consigli dei pediatri

Ecco, allora, i consigli per mamme e papà del presidente della Società italiana di pediatria, Alberto Villani. “Servono dialogo e regole chiare – sottolinea -. Raccomandiamo ai genitori di mantenere sempre una comunicazione efficace con i propri figli, perché una buona relazione contribuisce a favorire un corretto uso delle tecnologie digitali. Ma è indispensabile anche stabilire regole e limiti chiari nell’utilizzo dei media device. Mai a tavola, mai mentre si fanno i compiti, a meno che non siano di ausilio per lo studio, mai nei momenti in cui la famiglia è riunita, mai prima di andare a dormire”.

Quando bisogna preoccuparsi

“Regole – aggiunge Elena Bozzola, segretaria nazionale Sip – che valgono prima di tutto per i genitori i quali dovrebbero dare il buon esempio. Genitori e pediatri dovrebbero inoltre fare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme tra i quali frequenti mal di schiena, mal di testa, modifiche nei ritmi del sonno, bruciore e lacrimazione degli occhi, mancanza di interessi e incapacità di staccarsi dallo smartphone. Inoltre, i pediatri dovrebbero utilizzare i controlli pediatrici come momento per approfondire questi aspetti, facendo domande sulla vita online dei ragazzi, incoraggiandoli a coltivare le relazioni ‘vere’ e informandoli sulle possibili conseguenze di un uso improprio dello smartphone. È molto importante fare rete tra genitori e pediatri con l’obiettivo di sostenere e proteggere i nostri ragazzi”.

La dipendenza dagli smartphone

La maggior parte delle ricerche è stata condotta negli Usa e in Paesi asiatici come Cina e Corea, che per primi hanno sperimentato la diffusione su ampia scala delle tecnologie digitali. Ma anche i possibili rischi dell’iperconnessione, come isolamento sociale e vera e propria dipendenza. A questo proposito in Corea – dove la dipendenza da smartphone è riconosciuta come una vera e propria patologia al pari di quella dall’alcol o dalla droga – l’8,4% degli adolescenti ne è affetto.

I dati in Italia

E in Italia? Pochi studi hanno indagato questi aspetti, ma certo è che le nuove tecnologie sono in rapidissima ascesa tra i giovanissimi. Secondo gli ultimi dati Istat, l’85% degli adolescenti tra 11 e 17 anni usa quotidianamente il telefonino, il 72% naviga su internet tutti i giorni, percentuale che solo 4 anni fa era del 56%. Le più frequenti utilizzatrici sono le ragazze (l’87,5% usa il telefono tutti i giorni).

L’accesso a internet è fortemente trainato dagli smartphone, solo il 27% si connette dal pc, percentuale che nel 2014 era del 40%. Circa il 60% dei ragazzi controlla il cellulare come prima cosa appena svegli e come ultima cosa prima di addormentarsi. Il 63% (tra 14 e 19 anni) usa lo smartphone a scuola durante le lezioni; il 50% dichiara di trascorrere dalle 3 alle 6 ore extra-scolastiche al giorno con il telefonino in mano. Ma c’è il rischio di strafare.

(LaPresse/di Luca Rossi)

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