Spagna, video hard visto da centinaia di colleghi: una donna si suicida

La confederazione sindacale Commissioni operaie ritiene che i fatti costituiscano molestia sessuale e ha annunciato che presenteranno denuncia contro "l'inazione dell'azienda"

Spara all'ex moglie, poi si suicida
Foto Federico Guberti/LaPresse

MADRID – La polizia spagnola indaga sul suicidio di una donna, avvenuto dopo che un video dal contenuto sessuale è stato diffuso senza il consenso della giovane tra centinaia di suoi colleghi di lavoro. “Una donna si è suicidata”. E “la polizia di Alcala de Henares”, vicino a Madrid, “indaga per verificare se sia stato commesso un reato contro la sua intimità e il suo onore”. Lo ha fatto sapere un portavoce della polizia. Secondo vari media, nel video intimo realizzato cinque anni fa si vede la 32enne.

Il filmato è stato visto da centinaia di colleghi

Il filmato è di recente stato diffuso tramite WhatsApp e visto da molti dei 2.500 dipendenti della fabbrica Iveco de San Fernando de Henares. Dove la donna lavorava. Gli investigatori “verificheranno con mezzi informatici e scopriranno se c’è una responsabilità di persone che l’hanno diffuso”, ha aggiunto il portavoce della polizia.

Uno dei colleghi della donna, Ivan Cancho, membro del sindacato Cgt, ha dichiarato all’emittente La Sexta: “C’erano sguardi, persone che andavano alla sua postazione di lavoro per sapere chi era la collega” che appariva nel video. “Ha subito una grande pressione”. I media hanno riferito che la donna era sposata e madre di due bambini piccoli.

Il sindacato presenterà una denuncia contro l’azienda

La confederazione sindacale Commissioni operaie (Ccoo), a cui la lavoratrice era iscritta, ritiene che i fatti costituiscano molestia sessuale. E ha annunciato che presenteranno denuncia contro “l’inazione dell’azienda”, che “dal 23 maggio sapeva che la donna era molestata da un collega. E non ha fatto nulla per evitarlo”. Il codice penale prevede una pena fra tre mesi e un anno di carcere in caso di diffusione di registrazioni audiovisive di una persona senza la sua autorizzazione, “quando questa divulgazione danneggia gravemente la sua intimità”.

(LaPresse/AFP)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome