NAPOLI – Da Scampia a Dubai. Ricercato dalle forze dell’ordine per una condanna definitiva per intestazione fittizia e riciclaggio. Un provvedimento emesso più di un anno fa. Gaetano Vitagliano ieri mattina è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile all’aeroporto di Fiumicino e accompagnato al carcere di Civitavecchia. Qui dovrà scontare una pena residua di quattro anni, un mese e quindici giorni di reclusione.
Secondo l’accusa, si era impegnato con un conoscente (imprenditore di Roma) a garantire il trasferimento di una polizza da Napoli a un conto nella capitale. Lui dice: perché conoscevo il direttore della banca e serviva farlo in tempi rapidi (il direttore dell’istituto in un procedimento separato è stato assolto). La questione è tutta qui: perché secondo la Procura, quella operazione serviva a occultare somme di denaro, accantonate dal suo amico, con attività di contrabbando di import ed export con la Cina, senza oneri doganali. Non solo. Gli inquirenti avevano contestato l’aggravante del metodo mafioso, per aver agevolato il cartello degli Scissionisti degli Amato-Pagano. Insomma quel denaro (almeno in parte) era provento illecito. Ma l’aggravante è poi decaduta nel luglio 2017 con sentenza del Tribunale della Libertà di Roma.
Vitagliano era a Dubai da sette mesi, dove si era impegnato in attività imprenditoriali, insieme ad italiani residenti lì da tempo. Qui in Italia la magistratura gli ha confiscato tutto: bar, tavole calde, rosticcerie. Locali che aveva aperto nella Capitale. Insomma non riusciva più a lavorare. Mercoledì mattina ha saputo, che la Corte d’Appello aveva respinto la revoca del provvedimento di carcerazione, così ha contattato l’Ufficio consolare italiano a Dubai e con due funzionari ha preso il primo aereo per Fiumicino, dove lo attendeva la polizia. Qui è stato arrestato. Non c’è stato blitz a Dubai. Era lì per lavoro. Viveva in un lussuoso attico nella zona vip a Dubai Marina. Già processato insieme al socio imprenditore di Roma (posizioni poi stralciate). L’ordine di carcerazione per Vitagliano è scattato nell’ottobre 2021. Però la vicenda è contorta. La misura non era stata notificata all’avvocato Marco Lucenti, ma a un difensore di fiducia. Solo a maggio c’è stata la conferma dell’emissione. Ma Lucenti ha subito chiesto alla Corte d’Appello il computo della pena: detrarre un periodo trascorso in carcere per altro titolo (un processo per droga). Così il 48enne avrebbe avuto una condanna inferiore ai quattro anni e beneficiato delle pene alternative al carcere. Così non è stato. Istanza respinta. Ristretto a Civitavecchia.