Lavori di allacciamento delle fogne ai Regi Lagni: dodici sotto inchiesta

Accusati di aver eseguito gli interventi senza archeologo e autorizzazione paesaggistica

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VILLA LITERNO – Collegare il collettore fognario che parte da Santa Maria La Fossa, e attraversa Grazzanise e Cancello Arnone, con l’impianto di depurazione noto come ‘Foce Regi Lagni’ situato nel territorio liternese: è questo il tema dell’intervento, avviato circa cinque anni fa, dal valore di oltre 11 milioni di euro. Un’opera finanziata con il Fondo per lo sviluppo e la coesione 2007-2013 che aveva e ha come obiettivo quello di “accrescere la capacità di offerta, la qualità e l’efficienza del servizio idrico, e rafforzare la difesa del suolo e la prevenzione dei rischi naturali” .Parte della procedura seguita per dare il via ai lavori, secondo la Procura di Napoli Nord, non è stata eseguita correttamente e per tale ragione ha messo sotto indagine i componenti delle giunte di Villa Literno attive nel 2020 e 2021, oltre a tecnici e al titolare dell’impresa che ha eseguito l’opera. Le ipotizzate criticità riscontrate non riguardano, però, l’iter di assegnazione dei lavori.
In cosa consisterebbero? Poiché l’area di intervento (consistente in scavi, con altezza massima di 2 metri e 50, fino alla quota del collettore esistente, con successiva stratificazione con materiale di riporto) è sottoposta a vincolo paesaggistico e ritenuta di notevole interesse pubblico, trattandosi di zona ad alta probabilità di rinvenimento di emergenze archeologiche, per procedere bisognava nominare proprio un archeologo che seguisse l’operazione. Altro aspetto, secondo l’accusa, violato: non ci sarebbe stata l’autorizzazione paesaggistica. Per queste ipotizzate mancanze, gli inquirenti hanno indagato l’ex sindaco Nicola Tamburrino, l’allora suo vice (adesso primo cittadino – dal 2021) Valerio Di Fraia e chi all’epoca sedeva con loro al tavolo della giunta, ovvero Raffaela Ucciero, Arturo Caiazzo, Giovanni Musto, Iovine Tammaro, Carloantonio Falcone, Diana Tammaro, Franca Mercurio, l’ex dirigente dei Lavori pubblici, l’ingegnere Felice Zippo, Rocco Galgano direttore del cantiere, e Salvatore Maisto, patron dell’impresa che ha eseguito gli interventi.
L’attività investigativa è stata condotta dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale: inizialmente l’ipotesi contestate era quella di abuso d’ufficio. Nelle scorse ore, la Procura ha notificato agli inquisiti l’avviso di conclusione dell’indagine preliminare, step che ora porterà il pubblico ministero a valutare se avanzare o men la richiesta di rinvio a giudizio.
Gli indagati sono da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile. Il collettore da allacciare ai Regi Lagni, nel 2021, venne sottoposto a sequestro su ordine del gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura, a seguito del suo collassamento in più tratti, circostanza che comportava, secondo l’accusa, il deterioramento delle acque, del suolo e del sottosuolo causato dalla dispersione dei reflui urbani.
Questa vicenda non c’entra con la storia giudiziaria che ha toccato, ora, gli amministratori liternesi, ma tenerla presente serve a tracciare il complicato contesto in cui si è svolto il collegamento dell’infrastruttura ai Regi Lagni.
Questi lavori, necessari, ma che non accennavano a iniziare, su sollecitazione per rimediare anche ai problemi riscontrati che portarono al sequestro, finalmente presero il via circa quattro anni fa. A quanto pare, il cantiere iniziò a operare in un’area che non era sottoposta a vincolo e nel 2022 giunse una nota della Soprintendenza che dava lo stop ai lavori in attesa di nominare l’archeologo che mancava. Nomina che venne fatta poco dopo.
Quindi l’ipotizzata irregolarità risulterebbe ascrvibile al periodo 2020-2021. La seconda violazione contestata, come detto, riguarda invece l’assenza di autorizzazione paesaggistica.
L’eventuale processo servirà a chiarire le responsabilità dei tecnici in queste ipotizzate mancanze e il ruolo avuto dalla parte politica.
L’attuale sindaco Valerio Di Fraia si è detto fiducioso nell’operato della magistratura e ha dichiarato che sfrutterà tutte le occasioni che gli saranno concesse per chiarire la propria posizione.

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