Lavoro, Fratoianni: “Bene Cgil, governo cambi passo”

“Siamo qui in piazza dalla Cgil perchè le ragioni di questi lavoratori e lavoratrici devono essere ascoltate e rappresentate. Di fronte agli orrori della guerra e ai rischi di una crisi ancora più drammatica sarebbe necessario un cambio di passo del governo che però non vediamo”.

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 17-06-2021 Roma Politica Conferenza stampa Anpi sul caso Vattani Nella foto Nicola Fratoianni Photo Roberto Monaldo / LaPresse 17-06-2021 Rome (Italy) Anpi press conference on the Vattani case In the pic Nicola Fratoianni

ROMA – “Siamo qui in piazza dalla Cgil perchè le ragioni di questi lavoratori e lavoratrici devono essere ascoltate e rappresentate. Di fronte agli orrori della guerra e ai rischi di una crisi ancora più drammatica sarebbe necessario un cambio di passo del governo che però non vediamo”. Lo afferma il segretario nazionale di SinistraItaliana Nicola Fratoianni parlando con i giornalisti in piazza del Popolo a margine della manifestazione della Cgil. “La guerra dopo oltre 100 giorni – prosegue il leader di SI – continua con le sue conseguenze terribili, e non si accenna a fermare la catena di orrori dopo l’aggressione russa. E inviare le armi non è la via giusta per trovare una soluzione al conflitto. Diciamo basta con l’invio delle armi, perchè serve una strategia per una via diplomatica finora troppo debole. E poi nel nostro Paese – insiste l’esponente dell’opposizione di sinistra – la crisi economica e sociale sta peggiorando, il costo della vita sta raggiungendo livelli insostenibili per i più. Serve un tetto ai costi energetici, gli enormi extra profitti delle compagnie non sono più accettabili. Serve una politica di redistribuzione della ricchezza, servono politiche di sostegni ai salari e contro i lavori precari. Invece in Italia – conclude Fratoianni – si continua ad andare indietro, e se non arriva un intervento dell’esecutivo che sia tempestivo ed efficace il rischio è che la crisi sociale esploda in modo ancora più drammatico, non solo per le classi medie e popolari ma anche per il sistema delle imprese”.

LaPresse

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