NAPOLI - Un messaggio scritto su un foglietto, un palloncino, un peluche. Passare davanti al Santobono, dove è ricoverata la piccola Noemi, e restare indifferenti, è praticamente impossibile. Il calore immenso della città lo senti, lo avverti, lo percepisci in uno sguardo, in un movimento, in un sorriso. All’esterno del nosocomio vomerese è un tripudio di colori, gli stessi che stanno tornando da Noemi dopo giorni di buio pesto.
Si attendono i bollettini medici quotidiani, sperando in continui miglioramenti. L’ultimo diramato dall’ospedale parla di una condizione che migliora di giorno in giorno. “Il quadro clinico della piccola è stabile e in miglioramento.
La bambina continua ad essere sedata e respira in autonomia con supporto di ossigeno – riferiscono i medici – Già da ieri (sabato, ndr) l’equipe di fisioterapisti ha avviato il programma per la riabilitazione. La prognosi permane riservata”. Migliora e si pensa già a una festa, quella che la piccola merita soltanto per aver dimostrato di saper lottare come una leonessa nonostante di fronte a lei ci fosse qualcosa di tremendamente più grande, apparentemente più forte.
Forse, nel suo inconscio, Noemi avverte il calore della gente, quello sincero, perché silenzioso. In pochi hanno voglia di esprimere un parere sulla situazione ma tutti, nessuno escluso, sorridono appena sentono il suo nome. Perché quella bimba, ricoverata da ormai due settimane per essersi trovata al posto sbagliato nel momento sbagliato, è davvero figlia di tutti. È figlia di una città che ha voglia di cambiare, che non si ferma davanti alla parola ‘camorra’, che non ha voglia di piegare la testa. E allora, se è lecito chiedersi come finirà la vicenda riguardo le sorti di quell’uomo fermato perché considerato responsabile di quanto avvenuto a piazza Nazionale, l’unico pensiero è proprio per Noemi.
All’ingresso del Santobono è un continuo via vai di persone, numerose quelle che vanno ad assistere i tanti i bambini ricoverati. In via Mario Fiore il nome di Noemi risplende su enormi palloncini ed è sulla bocca di tutti. Perché quella bimba ha soltanto voglia di tornare a giocare, come è suo diritto, dimenticando presto questa storia orribile. Una signora accarezza uno dei peluche lasciati dalle compagne di classe di Noemi, qualcun altro si ferma a leggere le frasi a lei dedicate da gente comune.
Tutto avviene in un silenzio religioso, rispettoso di una situazione delicata, difficile, dolorosa. Ed è proprio questo l’aspetto che più colpisce, paradossale se vogliamo ma evidente testimonianza di sincerità. Questa volta non si vuole apparire, questa volta portare la propria solidarietà è l’unica cosa che conta. Ecco perché quel mare di palloncini, peluche, giochi e messaggi è destinato a crescere, ancora di più, ed è inattaccabile, sicuro di restare impresso per sempre nella memoria di ognuno di noi. E forse Noemi lo sa, perché i suoi genitori, in un momento così difficile, sono anche i portatori dei messaggi che arrivano dall’esterno. Quelli che danno forza, a tutti, a lei per prima. Ora bisogna essere cauti, aspettare e continuare ad abbracciarla. Come mai fatto prima. Ancora di più, ancora più forte. Qualcuno sui social scrive: “E’ festa della mamma più bella di sempre”. Per mamma Tania è sicuramente così.