NAPOLI – L’Europa ci guarda e noi non riusciamo a fornire le risposte necessarie ad eliminare un problema che attanaglia da anni, troppi anni, la Campania. Dopo la condanna inflitta all’Italia per la gestione dei rifiuti da parte di Palazzo Santa Lucia, non sono arrivate, infatti, le contromisure adatte e il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa avverte che è ora di rimboccarsi le maniche. Nella riunione i componenti dell’assemblea hanno riconosciuto che sono stati compiuti progressi nell’affrontare le carenze sistemiche nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti, ma non basta.
E’ stato rilevato “tuttavia, con profondo rammarico che, nonostante anche gli intensi sforzi intrapresi dal segretariato, le autorità non hanno fornito alcuna informazione su eventuali misure adottate per affrontare le restanti questioni: l’attuale funzionamento quotidiano del sistema di smaltimento dei rifiuti, la rimozione dei cd “rifiuti storici” accumulati prima del 2009; il funzionamento pratico e il livello di coordinamento dei vari meccanismi di monitoraggio istituiti a livello nazionale e la mancanza di rimedi efficaci”. Le ecoballe sono ancora lì, nonostante le promesse e gli annunci del governatore Vincenzo De Luca. E così il Comitato dei ministri ammonisce rilevando “con preoccupazione che continuano a essere segnalate disfunzioni in materia di smaltimento dei rifiuti in Campania, nonostante i diversi meccanismi interni istituiti per vigilare sul funzionamento del ciclo di gestione e per prevenire lo smaltimento abusivo dei rifiuti. Il divario riscontrato dalla Corte nel sistema dei rimedi nazionali sembra persistere” e inoltre non sono state avviate procedure per risarcire chi ha patito le inefficienze, motivo per il quale è stato inoltrato ricorso alle autorità europee che hanno poi condannato l’Italia.
E così il Consiglio d’Europa esorta la Campania e l’Italia “in considerazione anche del tempo trascorso da quando tali questioni sono pendenti sotto la vigilanza del Comitato, ad affrontare senza ulteriori indugi le restanti questioni sopra delineate, di affrontarle come una questione della massima priorità, con misure rapide e adeguate per fornire un ricorso interno efficace. Le le autorità forniscano informazioni sui progressi compiuti entro il 15 marzo 2022”, si legge ancora nel documento firmato dal Comitato. Se ne riparlerà a giugno prossimo per rifare il punto della situazione, nella speranza di risposte adeguate da parte dell’Italia e della Campania, per poi presentare un progetto di risoluzione delle questioni ancora aperte. La Campania è ancora nel tunnel della crisi rifiuti, che tutti si affannano a dichiarare passata, ma che in realtà non passa mai per davvero.