MILANO (LaPresse) – Le Harley-Davidson, simbolo dei motori made in Usa, sono pronte a lasciare il Paese. La società prevede infatti di spostare al di fuori degli Stati Uniti una parte della sua produzione di moto destinate all’export in Europa. Una mossa decisa per sfuggire ai dazi europei introdotti lo scorso 22 giugno da Bruxelles. Dazi che, secondo la società americana, farebbero aumentare di 2.200 dollari il costo di ogni motocicletta. Per il produttore di Milwaukee questa non è la soluzione migliore, ma “rappresenta l’unica opzione sostenibile” per rendere le sue moto “accessibili ai consumatori Ue”.
La società americana, in un testo inviato all’ente di vigilanza della Borsa statunitense, ha indicato che produrrà moto destinate al Vecchio continente fuori dai confini nazionali per ovviare all’aumento dal 6% al 21% dei dazi sull’import delle sue moto
Secondo le stime della casa motociclistica, i dazi peseranno per 90-100 milioni di dollari l’anno. Una cifra che la società non intende scaricare sui consumatori. L’enorme aumento dei costi, spiega Harley nel testo inviato alla Sec, “se trasmesso ai suoi rivenditori e ai clienti al dettaglio, avrebbe un immediato, duraturo e dannoso impatto” sulle attività in America e inciderebbe “negativamente sulla sostenibilità delle attività dei suoi concessionari”.
L’Europa è un mercato cruciale per Harley-Davidson, e nel 2017 quasi 40.000 motociclisti hanno acquistato nuove Harley-Davidson in Europa. Le entrate generate dal Vecchio continente sono al secondo posto per la società, dopo quelle realizzate negli Stati Uniti. La società ha stimato un onere in bilancio da qui a fine anno compreso tra i 30 e i 45 milioni di dollari. Nei prossimi mesi Harley aumenterà la produzione nei suoi impianti internazionali, mentre per il trasferimento della produzione, fa sapere Harley-Davidson, ci vorranno dai 9 ai 18 mesi.
La Ue ha introdotto venerdì scorso dazi per 2,8 miliardi contro una serie di tipici prodotti statunitensi, che comprende bourbon, succo d’arancia, burro d’arachidi e jeans
Una risposta ai provvedimenti adottati da Washington. Che aveva imposto dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio. Giustificandosi con motivi di sicurezza nazionale che a suo avviso richiederebbero di proteggere il settore siderurgico negli Stati Uniti. L’escalation di tensioni commerciali innescata dalla Casa Bianca rischia però di lasciare sulla sua strada altre vittime e il settore dei trasporti sarebbe particolarmente sotto tiro. Il presidente americano, Donald Trump, ha infatti minacciato l’Europa di dazi anche contro le auto. Un’eventuale misura a cui Bruxelles ha annunciato di essere già pronta a rispondere.