Le mani dei Capaldo sul business della plastica

Casapesenna. Il Ros sulle tracce dei soldi: avrebbero messo in piedi una rete di aziende attive anche all’estero

CASAPESENNA – La generazione precedente, quella degli zii, aveva puntato sul trasporto dei rifiuti: è il business che ha fatto entrare Michele Zagaria nella stanza dei bottoni. Un affare che gli ha garantito protezione e denaro. La loro, quella dei Capaldo, la generazione dei nipoti di Zagaria, pur seguendo la stessa scia, avrebbe investito, invece, su un singolo materiale: la plastica.
Secondo i carabinieri del Ros, i Capaldo hanno messo in piedi una rete di imprese, ubicate in Italia e all’estero (in particolare in Romania), attive proprio nel settore della produzione e nella distribuzione di oggetti realizzati in plastica, alcuni dei quali connessi al comporto alimentare (buste per il cibo e bicchieri).

La tesi dei militari dell’Arma, coordinata dalla Dda di Napoli, è figlia di un’attività investigativa ancora in fase embrionale. C’è da approfondire, scandagliare strutture societarie e seguire i flussi di denaro. In attesa di avere un quadro più chiaro, il lavoro dei militari fin qui svolto avrebbe già permesso di individuare alcune aziende operanti nel settore intestate a prestanome ma di fatto riconducibili alla famiglia di Casapesenna. E in questo business avrebbe ricoperto un ruolo centrale pure Alfonso Ottimo, imprenditore 55enne di Frignano.

L’indagine sui presunti tentacoli dei Capaldo nell’affare plastica è stata già accennata nell’operazione ‘Scettro’ che lo scorso 22 gennaio aveva portato all’arresto cautelare 8 indagati. Tra loro proprio i fratelli Filippo, Nicola e Mario Francesco Capaldo, figli di Beatrice Zagaria, sorella maggiore del capoclan Michele, e Raffaele Capaldo, e Ottimo. I quattro sono indagati con Paolo Siciliano, altro uomo d’affari dell’hinterland marcianisano, Giovanni Merola, Viola Ianniello e Michele Di Nuzzo, per associazione mafiosa.

Per la Dda partenopea, Ottimo è stato un imprenditore legato al clan Zagaria. Una tesi forte, accolta dall’ufficio gip di Napoli, ma che non ha superato ai fini cautelari il check del Riesame che nelle scorse settimane ha annullato tutte le misure restrittive emesse due mesi fa (Capaldo, Ottimo e gli altri adesso sono sotto inchiesta a piede libero). Ma l’indagine va avanti. L’Antimafia, una volta che avrà a disposizione le motivazioni messe nero su bianco dal tribunale della Libertà per scarcerare gli 8, valuterà se presentare ricorso per Cassazione, chiedendo di ripristinare i provvedimenti cautelari, o se dedicarsi subito ad un eventuale richiesta di rinvio a giudizio.

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