CASAL DI PRINCIPE – Una tragedia che ha sconvolto il mondo: il lockdown, la quotidianità stravolta, le strutture sanitarie al collasso, le attività commerciali ridotte sull’orlo del fallimento. Sono alcuni degli effetti nefasti dell’emergenza Covid-19. Per molti è stata una catastrofe. Ma per pochi ha rappresentato l’occasione per fare soldi. E tra coloro che avrebbero sfruttato le opportunità offerte dalla pandemia ci sarebbe un commerciante, ora 64enne, di San Marcellino. Sarebbe riuscito ad inserirsi nei business connessi alla pandemia, come quello riguardante la fornitura di mascherine, grazie a un avvocato e assistente parlamentare originario dell’Agro aversano. Un dettaglio che è emerso nell’indagine, condotta dagli agenti della Dia di Napoli, coordinati dal pubblico ministero Graziella Arlomede, che lo scorso novembre ha portato al nuovo arresto di Nicola Schiavone ‘o russ. Quest’ultimo, dopo aver trascorso circa 9 anni in cella (per mafia – condannato nel processo Normandia), tornato in libertà aveva attivato tutti i suoi contatti per rituffarsi nel business degli appalti pubblici sfruttando nuove società intestate a prestanome.
Secondo la tesi della Dia, ‘o russ aveva avvicinato proprio il 64enne con questo obiettivo, dato che tra di loro c’era uno storico rapporto di frequentazione. Voleva dei ganci per tornare a fare business. E il commerciante di San Marcellino si era detto pronto a metterlo in contatto con l’assistente parlamentare che conosceva. Così come era successo a lui, il professionista, abile a muoversi nella Capitale, avrebbe potuto aiutare anche il casalese.
La Dia ha registrato una conversazione in cui il sanmarcellinese chiama l’assistente parlamentare parlandogli di un suo ‘parente’ che stava per costituire una nuova società e quando sarebbe stata operativa gli avrebbe consegnato i documenti affinché lo aiutasse nell’ottenere eventuali commissioni. “Quel parente mio sta aprendo… cioè, lui sta creando questa società. Lui – dice il commerciante – deve ancora completare tutto… Quando avrà completato tutto… quando mi darà i documenti, ve li darò.” “Fammi avere quelli…”, risponde l’assistente. E il sanmarcellinese aggiunge: “Ci guadagniamo un mozzico di pane per uno”. “Va bene”, conclude l’interlocutore. Il 64enne incontra successivamente ‘o russ e lo informa di aver preso contatti con l’assistente parlamentare. E in un’altra conversazione, sempre ascoltata dalla Dia, del 17 giugno 2020, il sanmarcellinese afferma che per ottenere la commessa riguardante la fornitura di mascherine aveva provveduto a consegnare denaro al legale.
Per gli investigatori, queste intercettazioni sono state importanti per dimostrare la volontà di ‘o russ di tornare a fare affari, anche attraverso modalità irregolari, e per raccogliere ulteriori prove in relazione alla costituzione della società Vonax grazie a un prestanome, cioè Vincenzo Ucciero di Villa Literno, indagato proprio in concorso con Schiavone per trasferimento fraudolento di beni e ricettazione.
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