Le mani di Martinelli sull’affare latte

Le mani di Martinelli sull'affare latte

SAN CIPRIANO D’AVERSA – Sfruttare la forza mafiosa del clan dei Casalesi per imporsi nel mercato casertano dei prodotti caseari: è quello che ha fatto, tra il 2015 e il 2018, Walter Schiavone (ora collaboratore di giustizia e figlio del boss Francesco Sandokan), rimediando nel 2022 una condanna in primo grado a 7 anni di carcere. Secondo i carabinieri di Aversa, recentemente, potrebbe aver seguito la strategia schiavoniana anche Emilio Martinelli (nella foto in alto), 33enne, figlio di Enrico (ergastolano e già capozona di San Cipriano d’Aversa). A spingere i militari dell’Arma a ritenere che il ragazzo abbia tratto vantaggio, nel mondo degli affari, dai suoi legami familiari con la cosca, sono state alcune intercettazioni. Tra queste, una considerata di particolare interesse investigativo è la conversazione, datata 12 ottobre 2020, avuta proprio dal sanciprianese con Francesco Letizia, 50enne di Castelvolturno, fratello di Giovanni detto ‘o zuopp (ex esponente dell’ala stragista bidognettiana diretta da Giuseppe Setola). Ascoltando la loro chiacchierata, i carabinieri di Aversa hanno appreso che Martinelli aveva imposto al titolare di un caseificio, situato nell’hinterland di Marcianise, di acquistare il latte prodotto dall’azienda agricola di famiglia ad un prezzo più alto rispetto alla quota di mercato stabilita. Tuttavia, l’imprenditore si era ribellato. Come? Inviando una pec (gesto che aveva messo in allarme Martinelli). Da tale documento è emerso, dicono gli investigatori, che il sanciprianese aveva effettivamente imposto la vendita a 1.75 euro per ogni litro di latte di bufala, infischiandosene del periodo di crisi che il settore stava attraversando. Leggendo la mail, inoltre, sarebbe saltato fuori anche che Martinelli aveva richiesto al patron del caseificio l’anticipo di una parte della somma che doveva sborsare per avere l’oro bianco. La pec era arrivata a Martinelli qualche giorno dopo il colloquio che aveva avuto con il suo cliente marcianisano. E durante quel confronto il figlio del boss si era lamentato di non aver ricevuto il pagamento per il latte che gli aveva venduto (tramite l’azienda agricola intestata a Nunzia Del Villano, sua madre): “Sono 30mila euro. Mi ritornano 30mila euro di assegni indietro”. L’imprenditore aveva cercato di tranquillizzare il sanciprianese: “Ti ho capito, Emilio. Vedrò di fare l’impossibile. Se posso ci vado, se posso muovermi ci vado e vediamo di sistemare un po’ la situazione”. Ma il sanciprianese replicò ricordandogli di dover essere puntuale nei pagamenti e che, come stabilito, avrebbe dovuto versargli il denaro entro il 10 di ogni mese: “Quando hai il problema, avvisami all’inizio del mese”.

Questo episodio per i carabinieri è un campanello d’allarme: verosimilmente indica come Martinelli, agendo (ipoteticamente) per conto del clan dei Casalesi, si sia imposto sul mercato dei prodotti caseari costringendo alcuni caseifici ad acquistare latte di bufala dalla sua azienda o da altre società conniventi a prezzi superiori alle quote di mercato stabilite. 

Si tratta, logicamente, solo di un’ipotesi investigativa che, almeno per ora, non ha innescato né provvedimenti cautelari né processi. 

Le intercettazioni riguardanti Martinelli (mai condannato per associazione mafiosa e da considerare innocente fino a una eventuale sentenza irrevocabile) sono state inserite negli atti dell’inchiesta, che lo scorso novembre ha portato all’arresto di 34 persone, mirata a tracciare le nuove strutture dei gruppi Bidognetti e Schiavone e a smantellare i loro presunti business illeciti.

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