NAPOLI – La camorra è sempre alle prese con gli aggiornamenti. I tempi cambiano e i clan sbarcano sui social. I tempi cambiano e le organizzazioni criminali variano i propri assetti. Un discorso che vale anche per gli approvvigionamenti di sostanze stupefacenti. Gli investigatori che battono i quartieri della periferia occidentale seguono una nuova pista che conduce ben oltre i confini regionali, superando anche la Basilicata, per approdare in Calabria. E’ proprio qui che le cosche malavitose di Napoli starebbero stringendo alleanze con i ‘signori della droga’ dei clan della ’ndrangheta. In particolare, a guardare alla Calabria sarebbero i clan del Rione Traiano. Non sarebbe la prima volta, d’altronde, per un cartello criminale napoletano. Ormai quasi tutte le consorterie criminali di camorra fanno accordi con organizzazioni di altre regioni. I Sautto–Ciccarelli di Caivano – come dimostrato da una recente inchiesta della Dda di Catania – per anni hanno inondato di cocaina la Sicilia. I pm catanesi hanno ricostruito il traffico di cocaina sull’asse Campania-Sicilia, nell’ambito del quale è stato delineato il ruolo di due affiliati al clan Cappello–Bonaccorsi, che avrebbero agito quali trafficanti di cocaina in joint venture col clan camorristico egemone al Parco Verde di Caivano.
Altro esempio eccellente arriva da un’indagine eseguita dalla Dda di Napoli nella primavera di tre anni fa, culminata in un maxi blitz contro le organizzazioni criminali dell’area vesuviana-stabiese. Da quella inchiesta emerse che i clan di Castellammare di Stabia si rifornivano di stupefacenti dalle ’ndrine calabresi. Per l’acquisto degli stupefacenti, su larga scala, la cosca dei D’Alessandro si era affidata a una rete di ‘broker’, e il canale di approvvigionamento maggiormente utilizzato era riconducibile alla potente cosca di ’ndrangheta dei Pesce–Bellocco di Rosarno ed egemoni nella Piana di Gioia Tauro. Nel corso delle indagini furono intercettati due trasporti di marijuana provenienti da Rosarno, arrestati i relativi corrieri e sequestrati circa 25 chili di droga che viaggiava coperta da carichi di frutta.
Approvvigionamenti di droga che venivano portati a termine non con trasporti via mare, ma via terra. Come corrieri furono utilizzate anche donne in stato di gravidanza con l’obiettivo di eludere i controlli; le forze dell’ordine ne arrestarono una sequestrando oltre un chilo di marijuana. Sotto chiave finirono anche 3,5 chili di marijuana a Poggiomarino e un carico sull’autostrada Napoli-Bari, all’altezza di Avellino, di circa 26 chili di marijuana. Lo stupefacente acquistato in Calabria, una volta stoccato nell’area stabiese, finiva poi anche nella penisola sorrentina, soprattutto la cocaina, la droga preferita dalla clientela esigente di imprenditori e professionisti.
Movimenti simili starebbero segnano le modalità di rifornimento dei narcotici dei gruppi criminali del Rione Traiano, ‘capitale’ della droga nonché punto di riferimento per le piazze di spaccio dell’intera periferia occidentale, con tanto di gestori delle basi di droga di quartieri ‘satelliti’ pronti a rispettare gli obblighi e a vendere al prezzo imposto dall’alto.
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