Le vacanze dorate dei grillini, gli spiccioli del Reddito ai poveri

Maria Bertone
Maria Bertone

Al Movimento 5 Stelle era rimasta un’unica foglia di fico per coprire tre anni di inconsistenza, privilegi, promesse tradite e scandali di vario genere: il reddito di cittadinanza. “Abbiamo sconfitto la povertà”, annunciava nel settembre del 2018 l’allora ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Già allora Cronache dava conto della grave carenza di risorse umane e strumentali dei centri per l’impiego, che non avrebbero mai potuto assicurare in tempi ragionevoli le famose tre offerte di lavoro consecutive, rifiutate le quali il beneficiario avrebbe perso il contributo.

L’ultimo dato diffuso dalla Caritas ci dice cose che era facile aspettarsi, tra l’altro già rilevate dall’Istat lo scorso anno: il reddito di cittadinanza non serve quasi a nulla. La metà dei poveri italiani non lo percepisce, mentre un beneficiario su tre non è realmente povero. I centri per l’impiego lavorano ancora in condizioni inaccettabili, con personale insufficiente e comunque molto meno consistente rispetto agli altri Paesi europei. In più, numerosissime operazioni di polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno rivelato che gli aiuti vanno spesso a camorristi, criminali di vario genere e lavoratori in nero.

Ora molti pensano che convenga lavorare senza contratto e arrotondare con il reddito, piuttosto che rispettare le regole. E sì, perché non è stato predisposto nemmeno un sistema adeguato di controlli. Tutto grava sulle spalle delle forze dell’ordine, che hanno già tantissimo lavoro da fare dalle nostre parti.
Tra l’altro non c’è stato alcun tentativo di coinvolgere il mondo imprenditoriale, per creare una rete utile a perseguire almeno un aumento del tasso di occupazione regolare. La Caritas registra un aumento del 1,4% rispetto allo scorso anno. Un dato trascurabile. Insomma, quella di Di Maio sulla povertà sconfitta era solo un’altra bufala. Come quella del salvataggio della Whirlpool, che ha recentemente annunciato il licenziamento di tutti i dipendenti attivi in Campania, o quella dell’estromissione dei Benetton dalla gestione di Autostrade, come lo slogan “mai alleanze”, le dirette streaming di tutti i confronti politici, la restituzione dei compensi e la promessa di una classe dirigente competente, autorevole e per nulla attaccata alla poltrona.

Di Maio è stato Ministro del Lavoro, capo politico del Movimento e ora è ministro degli Esteri. Come se fosse lui l’unico essere pensante tra migliaia di attivisti. Mentre gli italiani piangono per una crisi che si trascina da anni ed è stata aggravata dall’emergenza Covid, loro se ne vanno tranquilli in vacanza in Sardegna. Quasi tutti. Grillo ha preferito optare per la sua adorata villa a Marina di Bibbona. E tenersi così alla larga dall’altra sua residenza estiva, quella di Porto Cervo, in cui suo figlio avrebbe abusato di due ragazze insieme ad altri tre amici dopo una serata di bagordi al Billionaire di Flavio Briatore. Proprio a Bibbona l’“Elevato” ha ospitato l’ex premier Giuseppe Conte per un pranzo in cui, lontani dagli occhi indiscreti dei sostenitori, hanno cercato di riappacificarsi dopo gli scontri delle ultime settimane. Naturalmente il confronto è stato riservato, altro che streaming. Ma d’altra parte sembra che a tavola non ci fossero scatolette di tonno da aprire.

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