LECCE – Nove impiegati del Comune sono stati sospesi dal servizio. I cosiddetti ‘furbetti del cartellino’ hanno colpito di nuovo: timbravano per poi abbandonare il posto di lavoro e dedicarsi alle più svariate attività, come se fosse il loro giorno libero. La solita solfa verrebbe ormai da dire, una tiritera che però sta trovando le spalle forti della Guardia di finanza. Negli ultimi anni, in tutta Italia, sono centinaia i furbetti acciuffati e sospesi dal servizio, segno che oramai la questione è più attenzionata che mai.
Erano dipendenti di una società in house del Comune
Erano dovunque, fuorchè al proprio posto di lavoro. Questa è l’accusa formulata dalle fiamme gialle nei loro confronti. Alcuni erano intenti a rilassarsi e ad abbellirsi dal parrucchiere, altri invece passeggiavano con tutta calma al mercato facendo la spesa. Altri, addirittura, giocavano alle slot. Il tutto in pieno orario lavorativo. Qualcosa però è andato storto e, con il tempo, sono finiti nel mirino delle fiamme gialle che dopo un’accurata indagine li ha inchiodati. Sono stati interdetti dall’esercizio del pubblico ufficio fino alla conclusione dell’attività investigativa. Il reato di cui rispoondono è quello di ‘assenteismo dal posto di lavoro’.
Visionati oltre quattromila filmati
Un’operazione durata diverse settimane quella della Guardia di finanza contro l’ennesimo episodio di assenteismo. Oltre quattromila riprese video sono state estrapolate e analizzate dalle fiamme gialle. I finanzieri hanno eseguito appostamenti e pedinamenti che gli hanno poi permesso di accertare la preunta condotta fraudolenta dei soggetti sospesi. Nonostante le tante indagini e i tanti provvedimenti messi a segno dall’autorità giudiziaria, sono ancora tanti gli impiegati pubblici che continuano a timbrare (o a farsi timbrare) il cartellino, incuranti del pericolo e del reato in cui possono incappare. Oltre che ovviamente creare disagi vari ai cittadini per il mancato servizio reso.