Lega, Borghezio rivela: “Per i soldi Bossi mi disse di andare da Belsito”

Le rivelazioni dell'eurodeputato verde sulla gestione dei fondi del partito

Foto Lapresse - Omar Abd el Naser 24/12/2016 - Milano, Italia Comizio della Lega Nord alla vigilia di Natale, presso Piazza 1 Maggio a Sesto San Giovanni, luogo dove è stato ucciso la notte scorsa Anis Amri, responsabile della strage di Berlino. Hanno partecipato Matteo Salvini, Mario Borghezio, Toni Iwobi, Riccardo Pase e Iari Colla cronaca Nella foto: il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimoldi Photo Lapresse - Omar Abd el Naser 24/12/2016 - Milano, Italia Lega Nord's meeting at 1 Maggio square in Sesto San Giovanni (MI), when cops took down Anis Amri. News In the picture: Paolo Grimoldi

MILANO (LaPresse)Mario Borghezio, eurodeputato della Lega, si esprime in merito alla bufera che ha coinvolto i fondi della Lega. “Se i fondi sono stati usati male è giusto che arrivino sanzioni. Ma quello è denaro sacro, ce lo siamo guadagnato col consenso dei cittadini. Io non parlo di Genova, perché nulla so. Sui finanziamenti vedo molto fumus persecutionis. Non siamo ai gulag, ma alla persecuzione giudiziaria da parte di una magistratura politicizzata“. Così l’eurodeputato della Lega, Mario Borghezio, in un’intervista al Corriere della Sera.

Le rivelazioni di Borghezio e l’estraneità ai fatti di Salvini

Per Borghezio il leader Matteo Salvini non ha responsabilità: “No, a me sembra estraneo ai fatti“, dice. E Bossi? “Quando io avevo una rivistina andai a lamentarmi da Bossi perché non avevo i soldi e dovevo usare i fondi personali da parlamentare. Umberto mi disse ‘Mario, quanto ti serve?’ Io risposi che 20 o 30 mila euro potevano bastare“. E ancora: “Mi disse ‘vai da Belsito che ti dà quel che ti serve‘”, afferma Borghezio.

Bossi gli aveva consigliato di chiedere il denaro a Belsito

Io andai dal tesoriere – racconta Borghezio -, lo guardai in faccia e uscii senza un soldo. Decisi che preferivo rimanere a piede libero e pulito. Non voglio dire che Bossi non fosse in condizione di capire cosa accadeva, ma era malmesso.
Eravamo terrorizzati, aveva un elenco di pillole che sembrava un’enciclopedia”.

E lo scandalo scontrini? Un anno e mezzo prima dissi ai miei in Piemonte ‘se c’è qualcosa che non va mettete a posto le cose, altrimenti vado in Procura’. Infatti quando scoppiò il caso i signori della Procura vennero da me e mi dissero che non avevo nulla da temere”. Quanto alla sede in via delle Stelline a Milano “nulla so, nulla voglio sapere“, chiosa Borghezio.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome