ROMA – Alla vigilia – salvo colpi di scena – dell’approvazione da parte del Consiglio dei ministri, sulla legge di bilancio è battaglia tra i partiti. I fronti aperti restano molti e, con ogni probabilità, si trasferiranno in Parlamento. Mario Draghi tiene il punto sulle pensioni. L’opzione di uscita da quota 100, in scadenza il 31 dicembre 2021, resta quota 102 (64 anni di età e 38 di contributi) ma – ed è questa la novità che emerge nella lunga cabina di regia che va avanti per oltre tre ore nel pomeriggio a palazzo Chigi – sarebbe in vigore solo nel 2022, per poi tornare al regime ordinario e, quindi, alla legge Fornero.
Avanti, invece, almeno per il 2022, con opzione donna, e dovrebbe arrivare anche un allargamento della platea dell’Ape sociale per i lavori usuranti. I partiti fremono. La Lega, in realtà, punta ad ottenere maggiore flessibilità e a conquistare un nuovo ‘round’ per proseguire il confronto. Chiede di riaprire il dialogo con le parti sociali il Pd, dopo lo ‘scontro’ avvenuto a palazzo Chigi martedì sera.
Alla fine Draghi e Franco accordano l’ipotesi di aprire un ‘tavolo’ sulle pensioni, per trovare nuove soluzioni. E’ quello che auspica anche Maurizio Landini, che intanto ribadisce la linea: “Al governo abbiamo chiesto di cambiare parti della manovra e di aprire un serio confronto con noi. Se non lo farà – insiste – valuteremo insieme a Cisl e Uil le iniziative più opportune per portare a casa risultati per il Paese e le persone che rappresentiamo”.
Anche sul reddito di cittadinanza si tratta e la tensione si alza. Il ‘decalage’ dell’assegno previsto dopo il rifiuto di due proposte di lavoro diventa – nell’idea di palazzo Chigi – la perdita definitiva del contributo. E, sul tavolo, secondo quanto viene riferito, c’è anche la possibilità che il taglio arrivi già dopo un singolo ‘no’. In questo caso è il M5S ad avanzare non poche riserve. Dopo un lungo dibattito arriva il sì dei pentastellati ma Stefano Patuanelli si limita a dare un ok con riserva alle modifiche, riservandosi anche in questo caso di approfondire il complesso delle norme che cambieranno il provvedimento bandiera di Giuseppe Conte e compagni.
Il presidente M5S esulta, invece, dopo aver ricevuto da palazzo Chigi gli aggiornamenti sul superbonus. Si va, infatti, verso una proroga di sei mesi dell’incentivo al 110% per le villette unifamiliari, pur con un tetto Isee di 25mila euro, mentre il bonus facciate potrebbe essere rinnovato per tutto il 2022, anche se con una percentuale minore, che passerebbe dal 90 al 60%. “Come avevamo chiesto la proroga del Superbonus sarà estesa anche alle unità monofamiliari – scrive Conte su Twitter – La misura ideata dal M5S secondo le stime vale 12 miliardi di Pil e 150mila posti di lavoro l’anno. Significa crescita e sostenibilità”.
Le cifre della manovra restano insomma quelle messe nero su bianco e inviate a Bruxelles nel Documento programmatico di Bilancio, compresi gli 8 miliardi da destinare alla riduzione delle tasse. Sarà però il Parlamento, secondo quanto viene riferito, a dover trovare la quadra sulle possibili destinazioni delle risorse, da dividere tra soldi in tasca ai lavoratori e ‘risparmi’ per le imprese.
Stop definitivo, quindi, al cashback. La misura voluta da Conte premier per incentivare l’utilizzo della moneta elettronica non verrà rinnovata. “Non è mai stato in discussione” tagliano corto da palazzo Chigi. Mario Draghi, dopo aver approvato oggi il Decreto Recovery, intende incassare l’ok del Cdm domani anche sul ddl sulla concorrenza. “Lo approveremo entro fine ottobre”, era l’impegno.(LaPresse)