ROMA – La legge elettorale torna nel dibattito politico. A rilanciare il tema è Enrico Letta, nel suo intervento alla Direzione nazionale del Partito democratico. Il segretario sente le pressioni del gruppo e prova a chiarire la sua posizione: “Ritengo che la questione vada assolutamente scissa rispetto alle nostre convenienze politiche del momento”. Il ragionamento parte dalla considerazione – anche scaramantica – che negli ultimi anni, chiunque abbia fatto passare un testo per un calcolo personalistico, alla fine si è ritrovato tra le mani un boomerang. “Noi siamo una minoranza in questo Parlamento, per la rovinosa sconfitta del 2018 e le scissioni subite – spiega – Dunque, il cambio della legge elettorale può avvenire solo nell’ambito della larga intesa, che non può essere interpretata come una nostra convenienza, sulla quale cercare poi di fare un blitz in Parlamento”.
La discussione
La discussione, comunque, resta ferma al testo base elaborato dal presidente della commissione Affari costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia. Che, infatti, prova a tracciare una rotta: “Il proporzionale non è la palude, ma competizione sincera. Come dimostrano gli eventi di questa legislatura e le vicende legate alle prossime amministrative a Roma e Torino, le alleanze valgono a poco in un sistema partitico litigioso anche all’interno di ogni singola forza politica”, afferma l’esponente del M5S. “Noi sosteniamo da sempre questo sistema, perché rispetta veramente la volontà popolare e non la distorce con sovrarappresentazioni”, chiarisce il deputato Cinquestelle.
La linea del M5S
Posizione corroborata dalla collega e capogruppo pentastellata in I commissione, Vittoria Baldino: “Ripartiamo dal cosiddetto ‘Brescellum’, un sistema proporzionale che garantisce la massima rappresentanza della volontà espressa dai cittadini ed evita la frammentazione”, esorta. E sul tema delle alleanze sottolinea che “funziona solo dove c’è una reale convergenza di programmi e intenti, il proporzionale è il sistema giusto per presentarsi con coerenza e ciascuno con la propria identità davanti agli elettori”.
Il sistema proporzionale
Anche se il dem, Goffredo Bettini, il proporzionale può adattarsi bene alla situazione politica, al Nazareno c’è chi ragiona su altre soluzioni. “Chi ha a cuore la vocazione maggioritaria non può chiudersi in un recinto. Ma deve porsi l’obbligo di egemonizzare il campo con le proprie idee ed allargarlo”, dice Marco Furfaro. Che plaude all’iniziativa del segretario Letta di “dialogare con il M5S e le forze tradizionali del centrosinistra senza subalternità. E fa bene a puntare sul maggioritario, perché la legge elettorale non può essere figlia di una convenienza tattica”. La via di mezzo potrebbe essere quella indicata dal dem, Alessandro Alfieri, in Direzione nazionale: un proporzionale con correttivi maggioritari”. La discussione, insomma, è viva. Ma soprattutto lunga.
(LaPresse/di Dario Borriello)