L’altro giorno il Presidente della C.E.I. durante la Santa Messa celebrata a porte chiuse a Perugia, ha parlato non solo dell’emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo, ma anche dell’emergenza “spirituale” che tantissimi fedeli stanno vivendo, chiedendo al Signore di non abbandonarci anche se non possiamo cibarci del Suo corpo e del Suo sangue ogni domenica. Ogni fedele ha il bisogno di prendere parte alla parola e all’eucarestia, e vi confido che per me è doloroso ascoltare tale bisogno e appellarmi solo alla pazienza e speranza. Questo bisogno del fedele deve essere non solo percepito da me, in quanto semplice rappresentante di Dio e Chiesa cattolica ma anche dall’istituzione statale, che inevitabilmente influenza il nostro operato. Infatti, nonostante io apprezzi le capacità di gestione dell’emergenza del nostro Presidente del Consiglio e soprattutto la sua capacità di rassicurare con confortevoli parole i suoi cittadini, l’altra sera ascoltando il suo discorso al popolo italiano mi sono sentito spiazzato ed emarginato.
E’ estremamente importante cercare pian piano di far riprendere l’economia dello Stato, venendo incontro anche solo con il delivery ai vari esercizi commerciali, che sono stati danneggiati e con essi famiglie intere da questa pandemia. Ma allo stesso tempo non si deve dimenticare e sacrificare la nostra Madre Chiesa, limitando le celebrazione a porte chiuse e gli esequie con un massimo di 15 partecipanti, perché voglio ricordare che la chiesa può essere un luogo dove il fedele può ottenere il conforto che cerca e dove il non fedele può ricercare la fede perduta. Pertanto spero che in ogni decisione presa sulle misure restrittive per la chiesa, si consideri sempre che non c’è solo emergenza sanitaria, economica ma anche psicologica e spirituale.
Tutti i miei fratelli ed io abbiamo cercato di portare la Parola di Dio anche virtualmente, facendo “dirette” sui vari social media, cercando di far sentire la presenza di Dio anche in un periodo dove c’è tanto bisogno di credere in qualcuno, e dove l’odore della morte è sempre più vicino e dove la fede è sempre più lontana da noi. Anche se so che un giorno tutto questo finirà, grazie ai tanti medici, infermieri, e in particolar modo la “Consulta Scientifica” chiedendo allo “Spirito Santo” di illuminare il loro intelletto, affinché ci possano aiutare a sconfiggere il Covid-19 e sviluppare un vaccino per sconfiggere il demone del nostro momento storico che sta mettendo a dura prova tutti noi. Chiedendo per tutti noi fedeli la grazia di lasciarci accompagnare in questo ultima fatica, assumendoci la vigilante responsabilità di osservare le norme dateci dalla Commissione dei Dottori in dovuto accordo per il bene delle anime con il Presidente Conte e la C.E.I. per concederci la possibilità di ritornare a messa insieme e di celebrare i funerali e i Sacramenti segno della grazia di Dio che non ci abbandona. Sperando che la nostra voce sia ascoltata e che possa essere considerata in ogni sua richiesta per il bene della Chiesa. E attendiamo le nuove indicazioni affidandoci all’intercessione della Vergine Madre e al suo figlio Gesù al fine di uscire al più presto da questa pandemia.
di don Antonio Cimmino, parroco della chiesa dell’Annunziata di Caivano