MONDRAGONE – Vincenzo De Lisa, 69enne, ex capo dell’area tecnica, rischia il rinvio a giudizio per abuso d’ufficio e violazione delle norme che regolano l’edilizia. E’ stato tirato in ballo anche lui nell’inchiesta sull’ampliamento di un fabbricato di viale Regina Margherita, di proprietà di Bruno Eliseo Moio (nella foto in basso), 58enne, patron dell’omonima cantina, secondo la Procura di S. Maria Capua Vetere realizzato in modo illegittimo. De Lisa ad inizio luglio affronterà l’udienza preliminare proprio con Moio, Salvatore Catanzano, 54enne, capo dell’ufficio tecnico (che dal 2018 ha preso proprio il posto di De Lisa al vertice del settore) e Gennaro Campoli, 34enne, direttore del cantiere che ha determinato l’allargamento dello stabile incriminato. Tutti rispondono di abuso d’ufficio.
Le condotte di Catanzano e De Lisa, afferma il pm Chiara Esposito, che ha coordinato l’inchiesta, tra il 2016 e il 2017 avrebbero procurato “un indebito vantaggio economico” all’impianto produttivo di Moio. Come ci sarebbero riusciti? Consentendo, spiega la Procura, ampliamenti e potenziamenti della struttura non consentiti dalla normativa urbanistica ed edilizia di riferimento.
Se i dirigenti sarebbero riusciti a favorire Moio, sostiene il pm Esposito, è perché quest’ultimo e Campoli, direttore dei lavori, avrebbero attestato il falso nelle relazioni descrittive e negli elaborati progettuali grafici relativi allo stato dei luoghi dell’impianto di viale Margherita. Lo avrebbero fatto per ottenere il permesso a costruire in sanatoria e le altre licenze, in tempi diversi, da De Lisa e Catanzano. In quegli atti veniva attestato che il complesso comprendeva costruzioni antecedenti al primo settembre 1967 e di volumetria maggiore rispetto a quella effettiva. A causa di quei presunti documenti posticci, la procura contesta Campoli e a Moio anche il reato di falso ideologico. Ad assistere i tre imputati sono gli avvocati Luigi Iannettone, Luigi Maratta, Angelo Raucci e Antonio Miraglia.
A valutare le posizioni dei quattro imputati sarà il giudice Rosaria Dello Stritto.