Diana: i figli di Cicciariello e Sandokan hanno pestato il nipote di Antonio Iovine

Luigi e Walter lo avrebbero picchiato per rimarcare la distanza delle loro famiglie dal pentimento di ’o ninno. “Lo fecero come le ore ‘e notte”. L’aggressione in un bar a Castelvolturno

CASAL DI PRINCIPE – Nel 2016 tutta la famiglia di Walter Schiavone era ancora fedele al clan. Nessuno stava collaborando con la giustizia. Antonio Iovine ‘o ninno, invece, aveva già iniziato a parlare con i magistrati da due anni, violando così quel patto di omertà che aveva stretto affiliandosi all’organizzazione.
La decisione di Iovine agli occhi degli altri mafiosi rappresentava e rappresenta un macchia indelebile per tutta la sua stirpe: una logica barbara, a tratti ancestrale, che però resiste. E probabilmente seguendola Luigi Schiavone Luciariello, figlio di Francesco Cicciarielo, e Walter Schiavone, secondogenito del capoclan Francesco Sandokan, sarebbero arrivati ad aggredire, cinque anni fa, Cipriano Fontana: si tratta del figlio di Rachele Iovine, sorella di ‘o ninno, e dell’ingegnere Nicola Fontana. La Dda di Napoli è venuta a conoscenza di tale episodio grazie ad una conversazione del 21 gennaio 2016 intercettata tra Gaetano Diana, figlio del boss Elio, luogotenente degli Schiavone, e Francesco Dell’Imperio. I due in macchina si stavano dirigendo verso il centro di Casal di Casal di Principe. “Devo chiamare a Luciariello… a Cipriano Fontana..”, disse Diana. “Al figlio dell’ingegnere?”, chiese Dell’Imperio. Diana confermò: “Bello e buono entrò dentro al villaggio (presumibilmente si riferiva al villaggio Coppola, a Castelvolturno), Luciariello, e dice che stava, innanzi al bancone, Cipriano, il nipote di ‘o ninno. […] Lui ed Emanuele, il fidanzato di quell’altra. Comunque dice che piglia… come… dice… senti: ‘Ah, ma qua ci sta pure la gente di m…!, vicino al barista. […] Cipriano si gira e fa: e chi sarebbe la gente di merda? Io? Si voltò Luciariello e disse: sì tu a gente i m…’. Pigliò Cipriano e lo spinse. Dice che Walterino, come lo spinse, se lo mise sotto… ‘frungto e frangat’.[…] E lo fece come ‘le ore di notte’”. Intervenne nel tentativo di sedare la rissa anche una commessa che lavorava in un negozio di fronte al bar. E nel farlo la donna beccò anche dei colpi alla testa.

La circostanza è stata inserita dalla Dda negli atti di inchiesta che hanno portato al recente arresto di Walter Schiavone per l’ipotesi di associazione mafiosa (giovedì affronterà il Riesame). Per gli inquirenti, il presunto pestaggio di Fontana è un’azione simbolica. Il giovane venne picchiato, afferma l’Antimafia, per il solo fatto di essere il nipote di un collaboratore di giustizia. Insomma, per la Procura il raid nel bar rappresentava “un’affermazione de clan sul territorio e una palese presa di distanza verso i pentiti e le rispettive famiglie”. Anche se poi proprio Walter, che avrebbe fatto come “le ore di notte” Fontana, 2 anni dopo la presunta zuffa ha visto il fratello maggiore, Nicola, fare proprio quello che ha fatto nel 2014 Iovine: pentirsi. Walter è stato l’unico, oltre alle sorelle e alla mamma, ad accettare il programma di protezione offertogli dallo Stato per il percorso di collaborazione avviato ormai 3 anni fa dal germano.

Luigi Schiavone è estraneo all’inchiesta su Walter Schiavone e va considerato innocente fino a prova contraria. Non sono coinvolti nell’indagine che ha portato in cella il figlio di Sandokan neanche Dell’Imperio e Gaetano Diana (che però sta affrontando, presso il Tribunale di S. Maria C.V., un processo per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga aggravato dal metodo mafioso).

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