ROMA – Violenti combattimenti nella periferia di Tripoli. Dubbi e sospetti tra Roma e Parigi. La Libia rimane incandescente, tanto che l’esecutivo, dopo un vertice a Palazzo Chigi, ha deciso di tenere aperto un ‘gabinetto di crisi’ per seguire in tempo reale l’evolversi della situazione. Sino alla fine dell’emergenza. Fino a quando, cioè, saranno chiare le sorti dell’avanzata verso Tripoli del generale Haftar.
S’infiamma la polemica sul ruolo di Parigi
Intanto, si infuoca il dibattito sul ruolo della Francia. Secondo una ricostruzione del quotidiano ‘Repubblica’, emissari dell’uomo forte della Cirenaica si sarebbero recati a Parigi ben quattro giorni prima di aver parlato con il capo dell’esecutivo a Roma. Non è chiaro cosa sia stato detto nei colloqu. Ma la data di quello in Francia (il 4 aprile) coincide con l’inizio delle ostilità sul terreno. C’è quindi la possibilità che Haftar, tramite suo figlio ed altri emissari, abbia anticipato a Parigi l’intenzione di prendere il controllo di Tripoli. Con l’obiettivo di diventare il dominatore dell’intero Paese africano.
La crisi in Libia
Indiscrezioni simili non aiutano a mantenere un clima di collaborazione con l’Italia perché la Francia, da sempre interessata alle risorse nordafricane, è molto vicina ad Haftar, più di quanto lo sia lo Stivale. E brucia ancora il precedente del 2011, quando l’ex presidente Nicolas Sarkozy trascinò Stati Uniti, Regno Unito e Italia a bombardare la Libia di Gheddafi. Per l’ex ministro Carlo Calenda (Pd), se la ricostruzione di ‘Repubblica’ fosse veritiera, bisognerebbe richiamare il nostro ambasciatore da Parigi.
La linea della Francia
La Francia, da parte sua, nega di essere stata informata. “Come i nostri partner, noi parliamo con tutte le parti in conflitto in Libia, per ottenere un cessate-il-fuoco. Noi non siamo stati avvertiti di una offensiva verso Tripoli, che abbiamo condannato dal momento in cui è stata lanciata”, spiega una portavoce del ministero degli Esteri, Agnès von der Mühll.
Il premier Conte convoca i ministri a Palazzo Chigi
Il premier Giuseppe Conte, da parte sua, ha riunito a Palazzo Chigi i ministri degli Esteri e della Difesa, decidendo di varare un gabinetto di crisi che avrà funzione di coordinamento sino alla fine dell’emergenza. Fonti dell’esecutivo fanno sapere che Conte ha “continui” contatti con tutte le parti coinvolte, e con gli alleati occidentali a Washington, Berlino e Parigi.
Tensioni a Tripoli
Dal terreno, intanto, testimoni riferiscono di numerosi raid aerei ordinati da Haftar, vicino e lontano dalla capitale. Uno degli attacchi, a Tajoura, nella periferia est della capitale, avrebbe preso di mira un’accademia militare. Un altro è stato condotto invece contro una caserma, forse vuota e inutilizzata, a sud di Zuara, vicino alla frontiera con la Tunisia, ad un centinaio di chilometri a ovest di Tripoli, senza provocare vittime. Contro l’uomo forte della Cirenaica, inoltre, centinaia di manifestanti si sono riuniti nella piazza dei Martiri di Tripoli, gridando la loro rabbia contro il “traditore” Haftar, e anche contro la Francia.
(LaPresse/di Matteo Bosco Bortolaso)