Il sindaco Salvatore Martiello arrestato con l’accusa di aver favorito ‘ditte amiche’: cadono le braccia.
Che sia colpevole o meno (lo si scoprirà solo alla fine del processo), lo scoramento è massimo. Sembra quasi che non passi settimana senza che una delle oltre 100 amministrazioni comunali della provincia di Caserta non venga ‘attenzionata’ dalla procura (e spesso, ma non in questo caso, anche direttamente dalla Dda, l’antimafia).
E’ come se una malattia mortale, diffusa da quelle scimmie troglodite della camorra, avesse preso dimora in Terra di Lavoro e non ne volesse sapere di arrendersi alla civiltà.
Una malattia che si insinua in tutti i gangli del potere, in tutte le stanze delle istituzioni pubbliche.
Ma c’è una speranza, e risiede nelle donne e negli uomini che lavorano nella magistratura e nelle forze dell’ordine: i loro occhi puntati con insistenza (soprattutto in questi ultimi mesi) sulla gestione della cosa pubblica lasciano aperta la porta del riscatto e della rinascita. Ripulire e rinascere.
E quello che fa ancora più rabbia in questa storia di Sparanise (sempre in attesa che la giustizia faccia il proprio corso) è che all’epoca delle ultime amministrative, Martiello si propose come una sorta di emulo del Movimento Cinque Stelle. La sua lista si chiamava non a caso ‘Sparanise in Movimento’, ma già subito dopo il voto si iniziò ad intravedere una certa deriva verso il ‘vecchio sistema’, verso quei partiti e partitini che militavano (e militano) attorno al Pd e al centrosinistra. Lo si è capito, per esempio, dalla ‘sinergia’ e dalla vicinanza politica sbandierata dallo stesso sindaco Martiello con il consigliere regionale Giovanni Zannini: numerose le foto scattate a destra e a manca quando si trattava di celebrare questo o quel progetto comunale finanziato dalla Regione Campania. Un’operazione che però ha messo a rischio quell’iniziale aura di ‘governo del cambiamento’ con la quale il sindaco Martiello si era presentato alle Amministrative del 2016. E ora, stando alle accuse che lo hanno portato ai domiciliari, oltre all’aura rischia di perdere anche il resto. Le braccia ci sono cadute, a prescindere dalla fondatezza o meno delle accuse contestate al sindaco. Ma la speranza di rinascita deve rimanere accesa nelle menti e nei cuori dei cittadini onesti di Terra di Lavoro. Le scimmie, prima o poi, verranno sostituite dall’Homo Sapiens. Lavoriamo insieme alle forze sane di questa provincia affinché ciò avvenga il prima possibile.