L’intervista. Ciarambino: “Il no al terzo mandato è la negazione della democrazia”

NAPOLI – Vietare il terzo mandato ai presidenti di Regione vuol dire mortificare il giudizio degli elettori. E il caso Pomigliano segna la rottura definitiva con il sindaco Raffaele Russo. Ne parla a “Cronache” il vicepresidente del consiglio regionale Valeria Ciarambino (gruppo misto).

Visti i fatti di Pomigliano, a questo punto si può dire che la camorra esiste in paese?

Lo dimostra la recente operazione della Dda disposta dal procuratore capo Gratteri. Non solo esiste, ma è di quelle più pericolose e violente, che non si fa scrupoli a reclutare i minorenni e a mettere a rischio la vita dei cittadini, con stese nel cuore della città. Mi sono sempre chiesta per quale ragione il sindaco Russo sentisse la necessità di affermare in più occasioni che a Pomigliano la camorra non esiste, un’affermazione ancora più inspiegabile e grave alla luce dell’intervento della Commissione Antimafia nazionale e dell’invio della Commissione d’accesso in Comune da parte della Prefettura per verificare eventuali infiltrazioni: mi sembrano due episodi significativi di come le cose non vadano per il verso giusto. E, come ho già dichiarato all’indomani della brillante operazione delle forze dell’ordine, adesso il minimo che questo sindaco può fare è chiedere scusa alla nostra città.

La presenza di 4 minori fra gli arrestati di Pomigliano ha fatto scalpore: quale può essere il ruolo della Regione per combattere questi fenomeni?

È l’aspetto che più mi ha inquietato di questa vicenda, ragazzini perfettamente inseriti nel sistema criminale, a leggere le intercettazioni rese note dalla stampa. Tutte le istituzioni hanno l’obbligo, il dovere, di mettere in campo ogni azione utile per tenere lontani dalla criminalità minori che già vivono una fragilità, perché magari hanno alle spalle famiglie devastate e a loro volta coinvolte nella malavita. La devianza minorile va contrastata con interventi mirati a partire dalla scuola, con il contributo delle famiglie, delle associazioni, della Chiesa. I giovani sono il patrimonio più prezioso da tutelare, rappresentano il futuro.

Alle ultime amministrative ha sostenuto Russo a sindaco di Pomigliano. Ora ne ha preso decisamente le distanze.

Alle ultime elezioni amministrative era presente una sola coalizione, quella di Russo, con  i principali partiti del centrosinistra che non hanno presentato alcuna lista. Dinanzi a questo scenario, sul cui risultato non era possibile incidere, ho dovuto fare una scelta per portare un contributo. E ho scelto di sostenere una persona della società civile, candidata fra le sue liste elettorali, che si occupa di ragazzi con disabilità, lontanissima dai sistemi di potere che, se eletta, avrebbe potuto costituire un granello di sabbia in un ingranaggio che non aveva avversari in quel momento storico. Oggi non lo rifarei, nella maniera più assoluta. Questa amministrazione comunale è distante dai bisogni veri dei cittadini. Basti vedere i problemi di sicurezza che sopportano i pomiglianesi, l’aumento delle tariffe per le strisce blu o l’agonia del commercio locale, con tantissime attività che hanno abbassato le saracinesche definitivamente. Senza contare i milioni di euro che rischiamo di perdere per l’inerzia dell’amministrazione sull’ospedale di comunità, per il quale mi sono battuta, o sull’asse viario per decongestionare via Roma. Il mio auspicio è che tutte le forze sane, civili e produttive della nostra città si uniscano per restituire a Pomigliano la dignità che merita e io lavorerò per questo obiettivo.

Il Governo nazionale si oppone al terzo mandato: non le sembra che in questo modo si neghi la parola agli elettori?

È la negazione della democrazia, oltre che una grande ipocrisia, visto che il no proviene da chi siede in Parlamento senza aver preso mezza preferenza. Trovo assolutamente plausibile che un presidente di Regione, scelto dai cittadini con milioni di voti di preferenza, debba e possa sottoporsi nuovamente al giudizio popolare, sta agli elettori rieleggerlo o mandarlo a casa in base a come ha governato. Piuttosto, invito le forze politiche a fare una battaglia vera per la partecipazione democratica, reintroducendo il voto di preferenza in Parlamento e restituendo ai cittadini la possibilità di scegliersi i propri rappresentanti.

Gli scenari per le Regionali sembrano delineati, sia pure in attesa delle decisioni della Consulta: lei come si schiererà?

A livello regionale le persone contano più degli schieramenti e sono capaci di fare la differenza. Per questo fino all’ultimo giorno del mio mandato io sono concentrata a lavorare per la mia terra, per onorare la fiducia ricevuta. Non le nascondo che moltissimi cittadini mi scrivono chiedendomi di continuare il mio percorso politico. E se ci saranno le condizioni mi ricandiderò.

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