L’intervista. D’Amore: “Le lezioni a distanza sono una sfida per tutti”

Il prof: "Peccato per chi si laurea adesso, perderà un bel ricordo"

NAPOLI – Quattro chiacchiere con Mariano D’Amore , professore ordinario di Economia aziendale nell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, sulla didattica a distanza nell’Università, che è diventata predominante al tempo del coronavirus.

Gli studenti erano preparati per la didattica a distanza?

Già dagli inizi di marzo il mio Ateneo ha attivato la didattica in modalità remota, utilizzando una piattaforma di ampia diffusione. Poi siamo passati allo svolgimento degli esami e delle sedute di laurea con la stessa modalità.

Lei come si è organizzato per lezioni?

Personalmente sto tenendo due corsi a distanza. La mia esperienza è positiva e altrettanto posso dire per la maggioranza dei miei colleghi. L’aspetto che richiede maggiore attenzione è mantenere in ogni momento la partecipazione attiva degli studenti. Ovviamente, una cosa è parlare con persone che ti sono di fronte nella stessa stanza, altra cosa è interagire con persone che ti ascoltano da casa e che non puoi vedere tutte contemporaneamente. Bisogna utilizzare delle tecniche specifiche, e rinunciare ad altre che meglio si adattano a una lezione in aula. E’ una sfida stimolante e un’occasione di crescita per un docente con quasi trent’anni di esperienza. Bisogna anche dire che la lezione on-line ti offre delle potenzialità che in un’aula non informatizzata non potresti avere. Ad esempio, la ricerca e condivisione in tempo reale con la classe di documenti e altre fonti.

E gli esami universitari come sono cambiati?

Anche gli esami sono cambiati in qualche misura. In una prima fase, si è preferita la prova orale a quella scritta, per evidenti motivi pratici. Non tutte le materie si prestano allo stesso modo a una prova orale, si pensi alla matematica o alla ragioneria, e questo evidentemente ha creato delle difficoltà. Tuttavia, il mio Ateneo si è attrezzato per lo svolgimento di prove scritte “a distanza” che garantiscono la piena regolarità di svolgimento. Ci sono poi i profili psicologici, che un docente deve sempre tenere presenti. Il fatto che lo studente faccia l’esame a casa, magari con i familiari nella stanza affianco, introduce degli elementi psicologici nuovi, che possono influire sulla prova. L’espediente di tenere a portata di mano, durante l’esame, tutte le fonti utili non porta lontano ed è una soluzione che mi sento di sconsigliare. Un esame universitario, sebbene a distanza, non è un quiz televisivo, ma una prova di ragionamento e di maturità conseguita nella padronanza di certi concetti.

E’ cambiata anche la discussione della tesi di laurea. Lei cosa ne pensa?

Quello che davvero non mi piace in modalità remota sono gli esami di laurea. Una seduta di laurea è anche una festa che segna il raggiungimento di un traguardo di vita. Ha bisogno di certi riti, della vicinanza di parenti e amici, del calore umano. Chi è costretto a laurearsi di questi tempi perderà per sempre qualcosa nei suoi ricordi.

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