NAPOLI - Era rimasto con Stefano Caldoro nonostante il voltafaccia dell’Udc che nel 2015 si schierò in extremis con Vincenzo De Luca. Oggi più che mai Carmine Mocerino, consigliere regionale moderato, ha le idee chiare e lavora, insieme ad altri politici campani, alla presentazione di una lista da incastonare nel centrodestra.
Tra pochi mesi i campani andranno al voto per eleggere il nuovo presidente della Regione. Lei è al lavoro per presentare una lista: che personalità intende mettere in campo?
Non penso al contenitore ma alla squadra ed ai temi. Con altri amici, Giampiero Zinzi fra questi, stiamo immaginando di costruire un progetto vincente per la Campania. Un progetto che metta insieme la buona politica, le professioni e tanti amministratori. Per costruire insieme un’altra Campania.
In questi cinque anni ha deciso di restare tra le fila del gruppo Caldoro presidente pur ricoprendo un incarico di primo piano all’interno dell’Udc campano. Perché questa scelta?
Ho sempre provato a fare della coerenza uno dei principali tratti distintivi della mia azione politica. Quando l’Udc, l’ultima notte prima della presentazione delle liste nel 2015, decise di passare dall’altra parte io restai lì dove ci avevano collocato gli elettori, con Stefano Caldoro. In questa legislatura sono semplicemente rimasto lì dove sono stato eletto, è stata poi l’Udc ha cambiare strategia dell’Udc dando, di fatto, ragione alle mie scelte. Ringrazio per questo Lorenzo Cesa che ha dimostrato grande correttezza. L’opzione giusta era ed è quella del fronte moderato
Ma l’Udc esiste ancora? Che ruolo giocheranno alle Regionali i moderati? Ci sarà una lista col simbolo dello scudo crociato?
Nella storia repubblicana c’è una costante, un po’ di più grande di noi, ed è quella dello scudocrociato. Non è semplicemente un simbolo, è una cultura di governo, cattolica e popolare. È la voce di chi crede nei valori, nel primato della famiglia, è la voce di chi per ‘popolare’ traduce l’esigenza di essere vicino ai cittadini. Oggi va di moda il termine ‘populismo’, per me vale ‘popolare’. Lo sono da sempre. Alle prossime Regionali ci sarà una lista che trasformerà le istanze del populismo in vocazione popolare. Sarà il progetto cioè di chi darà risposte alle paure, di chi trasformerà la legittima protesta in proposta.
Lei sarà candidato in una lista politica o civica?
Non credo a differenze così nette, a categorie cristallizzate. Vale forse per la mia storia, sono stato consigliere comunale, sindaco, poi consigliere regionale continuando a seguire l’azienda di famiglia. Sarò un politico o un civico? Ecco, io credo nell’impegno civile e preferisco percorrere tratti di strada con chi ha questa idea. Passione politica ed impegno lavorativo.
In questi ultimi cinque anni di legislatura lei ha ricoperto il ruolo di presidente della commissione Anticamorra. Quali i risultati ottenuti?
Una esperienza incredibile quanto entusiasmante. Abbiamo realizzato un lavoro straordinario, consegnato alla Campania una nuova legge sui beni confiscati, abbiamo introdotto novità significative per la gestione e valorizzazione dei beni sottratti alla camorra, fatti non annunci. Abbiamo dato alla Campania una dimensione nazionale, abbiamo sollecitato ed avviato un processo di armonizzazione delle leggi regionali, ci siamo aperti alle Università per migliorare le attività, per assistere gli Enti. Con la Commissione siamo usciti dal Palazzo, incontrato associazioni ed Amministratori.
Su una questione spinosa e sempre attuale come la camorra i dati non sono incoraggianti, nei fatti quanto serve una commissione di questo tipo?
Arrendersi mai. Negli ultimi anni le forze di polizia e la magistratura hanno raggiunto grandi risultati, nella nostra Regione l’azione è costante e produce successi. È la strada da percorrere. Si vince se lo Stato risponde unito ed è dunque centrale l’attività delle Istituzioni, della Chiesa, delle Associazioni. In questo contesto la Commissione svolge un ruolo centrale e potrebbe, con alcuni interventi normativi, fare anche di più. Ma davvero il lavoro fatto è stato prezioso. La Commissione ha contribuito, negli anni, a raccontare la ‘Rivincita dello Stato’. Continuerà a farlo.
Crede che il lavoro della commissione sia stato adeguatamente sostenuto dalle azioni messe in campo dalla giunta e dal governatore De Luca?
Mi piace ricordare che significativi traguardi la Commissione li ha raggiunti quando in Giunta regionale era presente Franco Roberti, ora non più assessore perché nel frattempo eletto al Parlamento europeo.
Siamo alle porte del nuovo anno è tempo di bilanci e di buoni propositi…
La Regione Campania deve voltare pagina. Sui trasporti, sull’ambiente e la sanità siamo davvero troppo indietro. Non serve fare bilanci perché è la vita quotidiana dei cittadini che lo racconta. Dobbiamo tornare alla serietà ed alla competenza. La Campania del 2020 dovrà ripartire da un buon utilizzo dei fondi europei, dovrà recuperare risorse per l’ambiente, ridurre le tasse perché è possibile, rilanciare una strategia per la sanità. Non si può e non si deve continuare a promettere la luna ma fare concretamente ed io sono convinto che si potrà fare.