L’intervista. Siani: “L’accordo coi 5 Stelle si farà”

Il deputato dem: “Alle Regionali darò una mano, serve un candidato inclusivo”

NAPOLI – Il centrosinistra campano si prepara alla sfida delle Regionali. Il Partito democratico punta a riaffermarsi come partito guida di un’ampia coalizione che tenga dentro tutte le forze che sostengono il governo giallorosso, con l’aggiunta di DeMa. Per farlo, però, è necessario mettere tutti intorno a un tavolo e decidere con quale candidato presidente, con quale programma e quali liste tentare di battere il centrodestra. A fare il punto con Cronache è il deputato dem Paolo Siani.

Onorevole, in questi giorni tengono banco due questioni: il via libera al processo per Salvini sul caso Gregoretti e la riforma della prescrizione. Qual è la sua posizione rispetto al rapporto, spesso conflittuale, tra politica e giustizia?

Credo che la posizione migliore sia quella sancita dalla nostra Carta Costituzionale, finalizzata al benessere dei cittadini e ad evitare conflitti. In qualità di parlamentare della Repubblica, e quindi da politico, a me interessa contribuire a trovare soluzioni adeguate alle esigenze delle persone, su temi particolarmente delicati come il sostegno all’infanzia, la tutela degli operatori sanitari, la lotta alla povertà educativa e alle mafie. Ho accettato di candidarmi due anni fa proprio per questo. Non amo i conflitti e le polemiche, la mia storia di medico mi impone di studiare le situazioni per individuare le migliori soluzioni possibili.

Qual è la direzione giusta per ricompattare la maggioranza sulla riforma della prescrizione e del processo penale? C’è il rischio di una crisi di governo considerata la posizione di Italia Viva?

Non mi appassionano per niente, riagganciandomi a quanto affermavo prima, le polemiche e le conflittualità. Non temo crisi di governo. Auspico processi veloci e giusti. Soprattutto per le vittime innocenti delle mafie, gran parte delle quali non ha ancora ottenuto giustizia.

Il 23 febbraio si voterà per le suppletive al Senato. Crede che i cittadini assolveranno al proprio diritto-dovere di recarsi alle urne o pensa che in questo tipo di competizione elettorale, con cui si decide l’attribuzione di un solo scranno a Napoli e uno a Roma, debba mettersi in conto la vittoria dell’astensionismo?

I cittadini andranno a votare, ne sono certo. E al Vomero auspico un’ampia convergenza sul candidato del centrosinistra Sandro Ruotolo, di cui conosco competenza, intelligenza e rettitudine morale.

Il Partito democratico punta, in vista delle elezioni regionali di maggio, a chiudere un accordo con Leu, Italia Viva, DeMa e Movimento 5 Stelle. Ma in Campania, per ora, una parte dei pentastellati sembra non volere accettare l’accordo. Crede esistano ancora margini per una trattativa? Di che tipo?

I margini ci sono. In Campania, come nel resto del Paese, per vincere è necessaria un’ampia convergenza delle forze politiche che si oppongono alla destra sovranista, ovviamente sulla base di un programma condiviso. Credo che alla fine anche il M5S si convincerà.

Al di là di quello che accadrà con i grillini, anche il solo centrosinistra ha bisogno di individuare un candidato unitario. Qual è, dal suo punto di vista, l’identikit del candidato ideale, quello a cui nessuno può dire no?

Un candidato inclusivo ai fini della vittoria elettorale e soprattutto capace di fare ciò che serve al territorio regionale. L’esperienza dell’Emilia Romagna può essere illuminante in tal senso.

In che modo le liste saranno espressione del rinnovamento di cui si parla all’interno e all’esterno del Pd? Lei darà una mano in campagna elettorale?

Non mi occupo personalmente di liste. Una mano la darò di certo per le Regionali. Al Pd e al centrosinistra, come sto facendo per le suppletive del Senato.

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