NAPOLI – L’ex ministro alle Politiche giovanili e allo sport del governo giallo-verde, Vincenzo Spadafora, ha fondato l’associazione politica “PrimaVera”. L’onorevole Spadafora ha intrapreso un nuovo percorso di riflessione e impegno civico che lo ha portato a creare una nuova realtà politica. In questa intervista, ci racconta le motivazioni che lo hanno spinto a dar vita a “PrimaVera”, i principi che ne stanno alla base e le sfide che intende affrontare per rispondere alle esigenze di un’Italia sempre più distante dalla politica tradizionale. Tra tematiche sociali, visioni future e proposte concrete, Spadafora ci offre uno spunto di riflessione su come rinnovare il sistema politico italiano.
Onorevole Spadafora, quali sono state le motivazioni principali che l’hanno spinta a fondare l’Associazione politica “PrimaVera”?
Dopo la non rielezione nel 2022, sono tornato al mio lavoro di sempre, ad occuparmi di cooperazione internazionale, di bambine e bambini con la Fondazione Terre des Hommes. In quest’ultimo anno, però, in giro per l’Italia ho incontrato tantissime persone, associazioni e comunità che operano con successo, in settori diversi, per la collettività, che si riconoscono nei valori del centro sinistra ma che oggi non si sentono rappresentati dal Pd e dalle altre forze di opposizione. E allora abbiamo iniziato a lavorare alla nascita dell’associazione.
In che modo la sua esperienza personale e professionale ha influenzato la decisione di intraprendere questa nuova avventura politica?
Ho 50 anni, il mio impegno civico è iniziato quando avevo 12 anni, a Cardito, con l’Unicef. Ho fatto esperienze incredibili che mai avrei immaginato di fare, partendo dal nostro territorio, da una famiglia semplicissima. Oggi porto nell’esperienza di PrimaVera tutto ciò che ho imparato nella lunga gavetta, soprattutto dagli errori, e la passione e la motivazione di sempre nel fare il bene della collettività.
Quali sono gli obiettivi a breve e lungo termine che “PrimaVera” si prefigge di raggiungere?
Stiamo intensificando la rete su tutto il territorio nazionale. Il 25 gennaio scorso, a Roma, 400 persone provenienti da tutta Italia si sono incontrate per il lancio pubblico dell’associazione e per affrontare i primi temi che la caratterizzeranno. Ora dovremo lavorare proprio per definire le proposte per gli italiani sulle quali cercheremo di raccogliere l’interesse degli elettori. E per farlo lavoriamo con persone che affrontano ogni giorno i temi del lavoro, della sanità, della sicurezza e che sono in grado di portare la loro competenza, perché sono persone che già sperimentano ogni giorno le soluzioni ai problemi concreti. Sono convinto che nel lungo periodo riusciremo ad interessare e riportare al voto molte persone che oggi sono deluse e distanti.
Quali tematiche e problematiche ritiene siano al centro dell’agenda politica di “PrimaVera”?
I temi devono essere necessariamente quelli che stanno a cuore agli italiani. Trattati senza pregiudizi ideologici e guardando all’Italia che vogliamo costruire tra 10 anni e non allo slogan facile. Certamente per la storia mia e di molte delle persone che partecipano al progetto, l’equità sociale e i giovani saranno due tratti molto forti del nostro impegno.
In che modo “PrimaVera” intende distinguersi dai partiti e dalle associazioni politiche già esistenti?
Intanto perché è una operazione che parte dal basso. Frase sempre troppo abusata ma poco praticata nella realtà. Noi stiamo mettendo insieme persone che nei loro territori hanno una forte credibilità per ciò che fanno e proprio attraverso la loro credibilità vorremmo ridarla anche alla politica. E poi siamo uno spazio aperto in un momento in cui i partiti del centro sinistra ricercano il consenso ma non offrono opportunità di crescita e sono sempre più chiusi.
Quali sono i principi e i valori fondanti su cui si basa la sua nuova Associazione?
I valori e principi che ciascuna delle persone che ha aderito a Primavera testimonia nella propria vita personale e professionale, dalla solidarietà al rispetto dei diritti, al valore della competenza e dell’esperienza.
Quali sono le sue aspirazioni personali in ambito politico, ora che guida “PrimaVera”?
Le legittime aspirazioni personali in politica dovrebbero rientrare sempre in un obiettivo più ampio per la collettività. Spero che questo progetto nel 2027 aiuti il centro sinistra a essere competitivo con una destra ancora fortissima. Cosa ne discenderà a livello personale e per la comunità di Primavera lo vedremo.
Guardando al suo passato ruolo nel Governo Conte, quali insegnamenti e esperienze ritiene abbiano maggiormente contribuito alla sua crescita politica?
Abbiamo governato il Paese nell’era del Covid. E questo ha portato a misurarci in modo ancora più diretto con i problemi quotidiani degli italiani e a dover agire con lucidità e determinazione, assumendoci responsabilità straordinarie da ogni punto di vista. Una esperienza che nella sua drammaticità ha insegnato molto e mi sembra che ancora oggi tanti italiani riconoscano il lavoro fatto.
Quali sono le modalità con cui intende coinvolgere cittadini e istituzioni nel percorso di “PrimaVera”?
La rete sta crescendo innanzitutto attraverso l’impegno di tutti coloro che hanno già aderito. Gli esperti daranno vita a breve a dei tavoli di lavoro tematici ai quali potranno partecipare tutti coloro che possono offrire un contributo qualificato di idee. Con i giovani di Primavera stiamo immaginando una campagna di coinvolgimento dei loro coetanei e soprattutto di quelli che dalla politica sono lontani anni luce ed infatti non votano neppure. E poi ovviamente gireremo sui territori.
Prevede di instaurare collaborazioni o alleanze con altri soggetti politici o movimenti sociali per rafforzare la presenza e l’impatto dell’Associazione?
A Primavera hanno già aderito persone che a loro volta sono alla guida di altre esperienze associative radicate sui territori. Direi che è proprio il valore aggiunto della nostra organizzazione. Inoltre stiamo incontrando molti eletti civici, persone che hanno dimostrato di avere consenso a livello locale ma che sono fuori da circuiti nazionali e rischiano di disperdere il lavoro fatto. Ora faremo il nostro percorso di crescita autonomo e osserviamo con attenzione tutto ciò che accade soprattutto nel centro sinistra.
In un panorama politico sempre più frammentato, come si posiziona “PrimaVera” e quale contributo intende dare al rinnovamento del sistema politico italiano?
La nostra collocazione è chiaramente nel campo opposto a quello della Meloni. Su questo non abbiamo alcun dubbio. Ma oggi sembra che proprio gli elettori di centro sinistra si siano rassegnati all’idea che questo governo, questa maggioranza siano imbattibili. Scardinare questa idea è ridare la speranza è un obiettivo prioritario.
Quali sono le sfide principali che si prevede di dover affrontare nel breve periodo e come intende superarle?
La nascita di un nuovo soggetto politico, benché sia una associazione, porta con sé sempre molte perplessità, incertezze. Sono certo che convinceremo le persone con la forza delle nostre idee e soprattutto dimostrando che non si tratta dell’ennesima esperienza di posizionamento personale ma di un progetto collettivo in cui ciascuno potrà fare la sua parte.
“PrimaVera” si impegnerà a promuovere i diritti civili e sociali, come ad esempio le politiche per le pari opportunità e la tutela delle minoranze?
Lo chiede a me? La mia vita e il mio percorso parlano per me.
Che ruolo hanno le donne all’interno di “PrimaVera”? Quali sono le sue proposte per favorire una maggiore presenza femminile in politica?
Il nostro Paese avrà fatto un grande passo avanti quando per coinvolgere le donne in ruoli apicali non saranno le norme sulle “quote rosa” a deciderlo ma la consapevolezza che sia indispensabile per il benessere della società la partecipazione attiva, l’impegno, la visuale e l’esperienza delle donne. Primavera è l’insieme di approcci diversi ma tutti molto significativi: donne, uomini, giovani, che tutte e tutti insieme stanno provando a scrivere una pagina bella della politica.
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