NAPOLI – Il Movimento 5 Stelle, da qui a sei mesi, potrebbe trovarsi in maggioranza insieme ai deluchiani a Napoli e in opposizione a Vincenzo De Luca in Regione. Per il consigliere regionale del gruppo ‘De Luca Presidente’, Diego Venanzoni (in foto), non è accettabile.
Venanzoni, partiamo dalla fine. Se a Napoli vince Manfredi il M5S si troverà alleato con voi e opposizione a De Luca in consiglio regionale. E’ uno scenario per voi accettabile?
Il Movimento 5 Stelle dovrà scegliere. E’ complicato accettare una condizione di lotta e di governo. O si sta insieme oppure no.
Veniamo alle Comunali. Ci sono più problemi del previsto per l’ex rettore. Italia Viva non si presenterà più al tavolo di coalizione. Voi siete perplessi dall’accordo Pd-M5S-Leu siglato da Conte, Letta e Speranza. E’ il gioco delle parti per mettere il cappello sul nome
Manfredi o c’è qualcosa di più serio?
Manfredi è la migliore e più autorevole espressione, in questo momento, capace di fare sintesi e far dialogare le forze politiche tra loro. Lascia perplessi l’investitura che avviene in chiave romana. Anche se trovo l’operazione comprensibile, perché avere garanzie in Parlamento per una diversa e maggiore attenzione al deficit dei Comuni, nello specifico di Napoli, era necessario.
Allora che garanzie chiedete?
Il documento Pd-M5S-Leu è un’intesa parlamentare. Poi c’è il territorio, c’è Napoli e ci sono i valori in campo. La regia e la leadership di questa iniziativa è stata affidata al Pd. E’ bene che si sappia, però, che le forze civiche e moderate, riformiste del centrosinistra insieme oggi sono determinanti per la vittoria del candidato a sindaco.
E perché il segretario dem Sarracino ha dovuto ‘sconvocare’ il tavolo?
Diversi partiti e forze che si riconoscono nell’alleanza regionale che sostiene De Luca sono state messe da parte e cercano maggiore visibilità. L’errore che non bisogna commettere è che questa alleanza diventi una semplice sfida di percentuali per determinare i rapporti di forza. Bisogna cambiare registro, pensare alla qualità dei candidati, costruire un consiglio comunale forte e autorevole. Dobbiamo restituire a Napoli servizi essenziali e ricreare un rapporta di fiducia tra Palazzo San Giacomo e i cittadini, completamente distrutto con Luigi De Magistris. E, soprattutto, dobbiamo riportare la città al dialogo con il governo e con De Luca.
Ha parlato di qualità dei candidati. Eppure c’è un problema sul numero delle liste.
Il principio ispiratore a Napoli dovrà essere quello regionale, le forze di centro sono essenziali per la vittoria. E’ vero, però, che non tutti sono in grado di fare un lista. Si andrà verso una concentrazione di poche civiche. La nostra, La Città, è e sarà in campo.
Che ne pensa della candidatura di Antonio Bassolino?
Tutti si sforzano di sottolineare che è una figura autorevole. Le sue capacità sono indubbie e non tocca a me ripeterlo, però non credo ci sia più spazio per quella stagione. La sua è una candidatura di rottura del centrosinistra. La politica è fatta di tempi e di scelte, tutti devono capire che un ciclo si può aprire così come chiudere. Non vale solo per Bassolino ma per tutti.
E Sergio D’Angelo? Oggi è candidato ma sembra prossimo il suo ricongiungimento con la vostra coalizione.
Anche lui si colloca certamente nel centrosinistra, è una figura di spessore. Ma in questi anni ha flirtato con De Magistris, queste prove di adattamento all’interno del centrosinistra classico dovevano iniziare un po’ prima. Se ci sono i margini di recupero con Manfredi ne sono felice, ma diversamente la sua è una candidatura di riposizionamento politico.
Infine, c’è Alessandra Clemente.
Preferiscono non esprimere giudizi per il semplice fatto che nel modo più assoluto non corrisponde al mio modo di leggere la politica e il rapporto con le istituzioni. Chi ha responsabilità di governo deve innanzitutto coinvolgere chi non ‘ d’accordo. Invece in questi anni hanno costruito la logica del fortino nel quali si sono e restano chiusi.
Quali sono due priorità per Napoli?
Una sviluppo serio e concreto di due dorsali della città per me fondamentali: Bagnoli e Napoli Est. Penso poi ad un nuovo grande piano straordinario per il commercio, uno strumento autentico per tutte le imprese della città. E dobbiamo immaginare, infine, una nuova direttrice di mobilità cittadina: riaprire la corsia all’interno del Porto.