Au revoir les enfants

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Vincenzo D'Anna
Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto Vincenzo D'Anna

Per quanto ci possa dispiacere, come naturali antagonisti dei “cugini d’oltralpe”, sentire un poco in antipatia la loro prosopopea per la “grandeur, occorre convenire che spesso i francesi ci hanno surclassato. Si, proprio così. Surclassati, nel senso etimologico del termine, soprattutto in campo intellettuale. Certo i “galletti” non hanno conosciuto la grandezza dell’impero romano né il Rinascimento e quindi non hanno mai caratterizzato un nuovo umanesimo. Dal secolo dei lumi in poi, però, ci hanno dato spesso insegnamento, approfittando dell’idealità rivoluzionaria e dell’imperialismo napoleonico.

Nell’ultimo secolo hanno brillato più di noi italiani, soprattutto nel campo della poesia, della letteratura, delle arti figurative, fino alla cinematografia peraltro inventata dai francesi Auguste e Louis Lumière. Non a caso particolare successo ebbe quella stagione cinematografica chiamata “Nouvelle vague” alla quale aderirono anche registi italiani come Roberto Rossellini con il suo neo realismo. Alcuni di quei maestri della cinematografia come Jean Renoir insegnarono i trucchi del mestiere a grandi registi di casa nostra come Luchino Visconti. Insomma Parigi è stata, nell’ultimo secolo, un crogiolo di mode letterarie ed intellettuali a tutto tondo, patria di coloro che volevano cimentarsi nelle varie e nuove forme d’arte. Di particolare valore, negli ultimi lustri, i registi Claude Lelouch, François Truffaut e Luis Malle, quest’ultimo vincitore di un Oscar e di un Leone d’oro a Venezia. Il film “Au revoir les enfants”, narra la storia di due ragazzi ebrei rifugiati in un collegio religioso, che, durante l’occupazione nazista, vengono scoperti e deportati ad Auschwitz dove poi muoiono. Chiaro il messaggio del film: per quanto in vita si possano architettare rimedi per rispondere alle avversità estreme, il fato avverso, alla fine, riesce sempre a scovarti. La realtà storica testimonia che spesso a prevalere è il male anche se la speranza ci conforta e ci accompagna per tutta la vita.

Chi sono oggi coloro che possono essere scovati dalla vita, ed avviati ad esito negativo.? In politica li si può identificare tra quelli che menavano vanto di una “differenza etica” deprecando chiunque e qualunque cosa. Ebbene i diversi, scovati ed avviati al tramonto sono i Grillini. Non diversi nella realtà, attenzione, ma nella mendace rappresentazione che ne fanno. Sono ormai passati i tempi delle adunate e del “Vaffa Day”, dell’uso gridato della parola e della coprolalia come intercalare: una metafisica esistenziale composta da affermazioni auto referenziali, per mostrasi diversi e migliori con la violenza delle fake news e dei gruppi organizzati sul web a fare da scudo agli “uomini nuovi” (ed ai loro propositi), pronti ad azzannare chiunque osasse proferir parola. La raccontarono come più faceva loro comodo, puntando il dito accusatore, erigendo patiboli ad ogni cantone, irrogando sommarie condanne. Il motto era odiare gli avversari, aprire come una scatola di tonno il Parlamento, fustigare ogni pregressa abitudine della politica. Volevano trasformare un istituto di civiltà giuridica come l’avviso di garanzia, a sentenza inappellabile che imponeva il ritiro dell’avvisato da ogni attività politica. E così via: cancellare il principio della presunzione di innocenza dando esecutività alla pena decisa in primo grado, eliminare la prescrizione, trasformare l’Italia dalla culla del diritto alla repubblica dei magistrati. Ma ve li ricordate? Erano quelli di un solo mandato da parlamentare, dell’uno vale uno, delle assemblee telematiche popolari permanenti per le decisioni da assumere, della trasparenza e pubblicità assoluta nella gestione del Movimento. Chiacchiere. Esempio di scuola: la vicenda sindaco di Lodi, condannato e poi assolto, vituperato dai pentastellati, che non demordono con il senatore Danilo Toninelli che afferma: “In politica la morale viene prima delle sentenze penali”. Un’aberrazione culturale di un ex ministro che non ha imparato che nello Stato di diritto la morale risiede nel rispetto della legge. Che uno sprovveduto come Toninelli, insieme ad altri grillini, abbia occupato ruoli chiave nel governo e che altri lo facciano ancora al suo posto, rappresenta non solo il segno dei tempi che corrono ma anche la dimensione di un irrimediabile declino della classe politica che regge le redini dello Stato. Un esempio dell’improcrastinabile necessità di ripartire da zero, senza proporre agli elettori minestre riscaldate. Una di queste ultime è quella che ha preso vita recentemente, denominata “Coraggio Italia”, auspici Luigi Brugnaro, sindaco di Venezia e Giovanni Toti, governatore della Liguria. L’eterna storia ammuffita del centro moderato e dei suoi elettori da conquistare.

Insomma, non è facile prevedere cosa ci riserverà il futuro scenario della politica italiana, resta da auspicare che i protagonisti di oggi vengano smascherati come, purtroppo, accadde ai ragazzi del film di Malle. Con la differenza che, stavolta, vederli partire, potrebbe essere una vera consolazione. Arrivederci, ragazzi.

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