NAPOLI (Mario Messina*) – “Quando ai funerali sento uomini adulti bestemmiare davanti il corpo di giovani e giovanissimi, vittime della devastazione del nostro ambiente, io rimango sempre perplesso. E chiedo loro: perché te la prendi con Dio? Devi prendertela coi tuoi amministratori. È questa la consapevolezza che manca a Napoli sul tema del disastro ambientale”. Padre Alex Zanotelli ha dedicato tutta la sua vita alla pace e la giustizia sociale. Prima in giro per il mondo come missionario, poi a Napoli. E oggi, a 81 anni, la sua più grande preoccupazione è la tutela dell’ambiente.
“La mia generazione sarà tra le più maledette della storia umana. Perché nessun’altra ha talmente violentato il pianeta Terra come l’abbiamo fatto noi. Per questo mi impegno tanto per ciò. E tutti dovrebbero farlo”.
Lei crede che manchi interesse tra le persone sul tema ambiente?
“C’è poco interesse, molto poco. Eppure è strano perché i napoletani hanno conosciuto e ancora oggi conoscono da vicino cosa siano le devastazioni del proprio territorio. Penso ai rifiuti interrati, al problema degli inceneritori e ai roghi tossici. A Nord di Napoli si continua a bruciare ma di questi temi si parla poco”.
Negli ultimi tempi, però, i giovani di tutto il mondo si stanno svegliando.
Ma questo non basta più. Ben vengano manifestazioni come i Fridays for future che aprono gli occhi e i cuori di tutti ma è necessario che a scendere in piazza siano anche gli adulti. Bisogna far sentire la propria voce ai nostri amministratori locali e nazionali.
Cosa dovremmo chiedere loro?
I politici campani dovrebbero innanzitutto mantenere le promesse. Penso, solo a titolo di esempio, a quelle fatte dal governatore Vincenzo De Luca sulle ecoballe che ancora giacciono ad Acerra. Per ora sono rimaste solo promesse.
E a livello nazionale?
Servono leggi che limitino (e poi eliminino) l’utilizzo di petrolio e carbone. La comunità scientifica internazionale ci ha dato all’incirca dieci anni per adeguare i nostri sistemi legislativi alle esigenze di un mondo che sta per essere distrutto. Nel 2030 sarà troppo tardi e non mi pare che i nostri politici stiano agendo in funzione di ciò.
Perché, secondo lei?
Il problema è che i politici che noi eleggiamo, una volta arrivati al potere diventano prigionieri del sistema. Ostaggio dei poteri economici e finanziari. L’unica cosa che ci rimane è davvero l’impegno diretto da parte di tutti.
Che ruolo ha la fede nella lotta ai cambiamenti climatici?
Sant’Agostino diceva che la prima Bibbia che Dio ha dato all’uomo è il Creato, non quella che leggiamo in chiesa. Noi siamo soliti chiamare le chiese luoghi sacri ma il vero luogo sacro è il nostro pianeta perché Dio si manifesta nella bellezza del suo Creato. I credenti dunque hanno il dovere di proteggere l’ambiente.
Lo ha detto anche Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’.
Quello è un documento straordinario, ammirato da credenti e non credenti, che spinge ancora di più noi tutti ad agire in questo senso,
Oggi lei parteciperà ad un incontro all’Università Federico II del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli dedicato al sostegno dell’ambiente. Cosa si aspetta?
Semplicemente di toccare il cuore di questi ragazzi. Noi abbiamo consegnato ai giovani un mondo che è malato. Io dico sempre ai giovani: quando qualcuno vi dice che siete il futuro del mondo mandateli a quel paese. Voi siete il presente. E il presente è tutto ciò che abbiamo. Da subito dovete ripensare radicalmente tutta la vostra vita: dalla politica, all’economia. Per permettere a tutti in questo mondo di vivere e di vivere bene. Dio ci ha crearti per la felicità.