Lo ‘scopino d’oro’ per chi inquina

L’invito: una foto con l’apposito attrezzo da bagno davanti alle sedi delle aziende poco ‘verdi’

NAPOLI – “Non ci può essere alcun Green New Deal, in Europa come in Italia, senza una transizione dall’agricoltura industriale intensiva all’agroecologia, ed un ripensamento dei nostri sistemi alimentari. Ma questo dibattito in Italia è assente, mentre occorrerebbero misure urgenti per promuovere sistemi di produzione di piccola scala, il ricambio generazionale ed una semplificazione amministrativa che permetta loro l’accesso ai mercati”.

Lo sostengono rappresentanti di giovani, contadini, organizzazioni sindacali, produttori, donne e indigeni di tutto il mondo, insieme agli studenti dei Fridays for future, che ieri alla Camera hanno presentato le loro richieste e le loro proposte “per sfamare il pianeta combattendo i cambiamenti climatici”.

In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, mentre alla Fao è riunito il Comitato per la sicurezza alimentare mondiale, il progetto ‘Nuove narrazioni per la cooperazione’, coordinato da ActionAid e finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, sostiene: “Quest’anno il tema centrale saranno i sistemi alimentari e la nutrizione, l’agroecologia come paradigma migliore. Secondo l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, per affrontare allo stesso tempo la crescita della popolazione mondiale, la crescita del numero degli affamati e la crisi climatica nel pianeta”.

L’associazione si fa promotrice di un modello equilibrato e biodiverso che, associato ai mercati territoriali ed al commercio locale/regionale, mette al riparo i sistemi di produzione agroalimentare da quegli impatti negativi delle politiche commerciali che, di recente, hanno colpito duramente anche i pochi prodotti ‘vincenti’ dell’export italiano, che tanto pesano in termini sociali e ambientali sul nostro Paese.

“Viviamo in un mondo in cui il potere è nelle mani delle multinazionali, che lo utilizzano per provocare disastri ambientali e sociali in tutto il mondo. Eppure, invece di finire davanti a un giudice, la fanno sempre franca. Chiediamo una corte delle Nazioni Unite che obblighi le imprese a essere responsabili delle loro azioni. Tuttavia – ironizzano – per essere sfuggite così a lungo alla giustizia, le multinazionali meritano un premio. Per questo abbiamo ideato lo ‘Scopino d’oro’, da consegnare alle peggiori aziende per spingerle a ripulire il pianeta dai loro disastri”.

L’invito è a mandare un selfie “a stopttipitalia@gmail.com con lo scopino davanti al marchio dell’impresa che più ha distrutto il tuo territorio”.

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