Lo spread tocca punte sopra i 290: non è solo l’effetto Bund

Mentre non danno cenno di allentarsi le tensioni tra Cina e Stati Uniti, la situazione globale ha sicuramente il suo peso

MILANO – Alla fine la chiusura è a quota 286 punti, ma questo tranquillizza fino a un certo punto. La giornata dello spread italiano è stata infatti vissuta per larghi tratti sopra la soglia dei 290, con un picco a 294 sui massimi dall’inizo dell’anno.

Certo, conta anche il fatto che il Bund decennale tedesco, il punto di riferimento rispetto al quale si calcola il differenziale del decennale italiano, stia facendo valere in questi giorni il proprio ruolo di investimento rifugio. E infatti
in giornata il suo rendimento è andato a stabilire un nuovo record in negativo, scendendo fino a un -0,213% che supera il -0,205% del 6 luglio 2016. Se si guarda agli altri titoli di Stato europei, però, è facile osservare come l’Italia stia vivendo un momento particolarmente delicato.

Il rendimento dello spread

Lo spread polacco, per citare un’economia con cui è raro che ci si confronti, ha chiuso leggermente al di sotto di quello tricolore, a 284 punti. E nel corso della seduta si è consumato anche il temuto sorpasso sulla Grecia, in questo caso relativamente ai titoli a 5 anni. Mentre il tasso del Btp a 2 anni è stato in giornata l’unico tra i biennali dei maggiori paesi europei a segnare un rendimento positivo. Tutto questo nelle ore in cui il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha ricordato i rischi che le impennate di rendimento delle obbligazioni pubbliche possono rappresentare per la crescita dell’economia.

L’andamento dell’economia globale

Mentre non danno cenno di allentarsi le tensioni tra Cina e Stati Uniti, la situazione globale ha sicuramente il suo peso, come testimoniato appunto dalla dinamica messa in mostra dal Bund. Ma l’Italia è sotto i riflettori anche per quanto riguarda i suoi conti, oggetto di una richiesta di chiarimento da parte dell’Unione europea.

La linea di Bankitalia

A gettare acqua sul fuoco, comunque, è l’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, che a margine dell’assemblea di Bankitalia ricorda che “non bisogna eccedere” nelle preoccupazioni, definendo il Paese un “sorvegliato speciale”. Un nuovo monito arriva però dagli industriali. “Sullo spread dobbiamo stare attenti perché è una tassa per il Paese”, ricorda il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, sottolineando che “quando aumenta aumentano i costi di interessi per le imprese e le famiglie e la finanziabilità del debito pubblico italiano”.

(LaPresse/di Marco Valsecchi)

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