MILANO (LaPresse) – Lombardia, Rizzoli: “Più tutele e welfare per i riders”. Garantire l’impegno delle società di food delivery al riconoscimento dell’equo compenso ai rider. Quindi fornire ai lavoratori l’adeguata formazione sulla sicurezza stradale e sul lavoro. E tutelarli con ulteriori coperture assicurative per infortuni e spese mediche rispetto a quelle già riconosciute. Inoltre, evitare che gli eventuali ranking reputazionali siano vessatori da parte delle imprese. Soprattutto quando l’indisponibilità del lavoratore è dovuta a cause di forza maggiore o a malattia.
Protocollo d’impegno reciproco con la Regione Lombardia
Queste le linee guida della delibera approvata dalla Giunta regionale. Su proposta dell’assessore a Istruzione, Formazione e Lavoro Melania Rizzoli. Come previsto dal provvedimento, la Regione Lombardia ha firmato, su questa materia, protocolli di impegno reciproco con le imprese di food delivery.
Formazione, sostegno e compensi
Così l’azione promessa dall’assessore Rizzoli sul tema dei rider diventa una realtà. L’Amministrazione regionale, oltre agli accordi con le aziende, si impegna a finanziare la formazione sulla sicurezza sul lavoro. In un contesto sociale inedito e di estrema flessibilità. E a incoraggiare con un contributo ogni rider che voglia costituire imprese sociali. O cooperative per la mutua gestione di servizi e tutele. Dal canto loro, le imprese, per la costituzione di questi soggetti, si sono impegnate a riconoscere contributi una tantum ai lavoratori più impegnati continuativamente nel settore. Questa formula si ispira ad alcuni aspetti dei modelli di ‘Umbrella Companies’ sperimentati all’estero. Ma utilizzando gli strumenti giuridici propri e già esistenti del nostro ordinamento.
Lombardia prima in Italia
“Con questa delibera la Regione Lombardia ha compiuto per prima in Italia un passo concreto sulla questione rider” ha sottolineato l’assessore Rizzoli.
Approccio partecipativo
“Nelle scorse settimane – ha aggiunto – abbiamo assistito a petizioni di principio. Prese di posizione, programmi fantasiosi, ma nessun fatto. Noi crediamo che la soluzione di questo problema passi per un approccio non dirigista. Ma partecipativo con il maggior numero possibile di operatori del settore. Perché solo così si possono stabilire misure immediatamente realizzabili e fruibili. Senza calcoli politici o propagandistici”.
Ascolto e rispetto degli interessi di tutti
“Solo prestando attenzione al bilanciamento fra gli interessi dei rider e quelli delle imprese, nel rispetto delle competenze regionali, – ha concluso l’assessore – si possono migliorare le tutele e insieme salvaguardare i posti di lavoro. Per questo le linee guida tracciate dalla delibera del 23 luglio sono frutto dell’ascolto reciproco fra la Regione e gli operatori, che abbiamo più volte incontrato nelle scorse settimane”.