ROMA – “Dagli animali selvatici vivi il 70 per cento dei virus, bisogna fermarne la vendita nei mercati”. E’ il monito lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo la quale è necessario evitare che i luoghi di vendita diventino “serbatoi naturali di infezioni”.
La nuova sperimentazione
Intanto è alla Fase 1 la sperimentazione del vaccino anti-Covid per i gatti a cui sta lavorando l’azienda italiana Evvivax in collaborazione con l’azienda americana Applied Dna. Lo studio è stato avviato dopo i casi verificatisi di contagio con le varianti osservati nei gatti e in altre specie animali. Luigi Aurisicchio, ad e direttore scientifico delle aziende biotech Takis ed Evvivax ha spiegato che “in tutti gli animali trattati abbiamo osservato la formazione di anticorpi neutralizzanti e a fine aprile potremo vedere i risultati della seconda iniezione” e che nei mercati “si potrebbe generare un serbatoio naturale, indipendentemente dai progressi della vaccinazione nell’uomo”.
Oms: “Tenere alta la guardia”
Oltre ai gatti il vaccino verrà anche sperimentato sui visoni, animali sui cui il Covid si diffonde con molta facilità. L’Oms sottolinea che “tenere alta la guardia è fondamentale: gli animali, in particolare quelli selvatici, sono la fonte di oltre il 70% di tutte le malattie infettive emergenti nell’uomo, molte delle quali sono causate da nuovi virus. I mammiferi selvatici, in particolare, rappresentano un rischio per l’emergere di nuove malattie”.