“Noi ci siamo”, don Luigi Ciotti con il direttore dopo le minacce

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse

NAPOLI “Ti voglio bene e ti sono vicino, per qualunque cosa noi ci siamo. Scusa se ti chiamo solo oggi ma non avevo il tuo numero”. Poco prima delle 10 del mattino è don Luigi Ciotti, presidente di Libera, a pronunciare queste parole al telefono con il nostro direttore Maria Bertone. Parole semplici, di vicinanza potente, pronunciate dall’uomo che all’inizio della settimana, dal palco di piazza Plebiscito, ribadiva la sua eterna lotta contro i soprusi di tutte le mafie. Soprusi della criminalità organizzata che in tanti, troppi, hanno già dovuto subire. Come Graziella Ammaturo, figlia di Antonio, vicequestore della polizia di Stato e capo della Squadra Mobile napoletana, Medaglia d’oro al Valor Civile quale Vittima del terrorismo e della criminalità organizzata, caduto nel 1982 in difesa della legalità. “Le scrivo per esprimerle la mia vicinanza e solidarietà per le vili minacce subite. Coraggio, la società civile è con lei, per resistere insieme quotidianamente in difesa della libertà”. “Noi ci siamo”, un concetto che tante associazioni, tanti rappresentanti istituzionali, tanti colleghi giornalisti hanno rafforzato dopo aver appreso della lettera con gravi minacce di morte indirizzata al direttore da Giovanni Cellurale, ras ergastolano dei Casalesi. E dopo l’ondata di messaggi e solidarietà di martedì, anche ieri messaggi, comunicati e telefonate di appoggio incondizionato. “Piena solidarietà. Sono convinto che il direttore Bertone non si farà mai intimidire – dichiara il senatore Vincenzo Presutto del Movimento 5 Stelle.
La stampa non deve e non dovrà mai essere ostaggio di tali minacce, per questo sono vicino ai giornalisti ed a tutti collaboratori di una redazione che non ha mai avuto timore di denunciare le azioni di chi prova ad intimorire con il terrore e la prepotenza i cittadini”. “Non esiste minaccia che potrà fermare l’impegno di giornalisti che ricercano la verità ogni giorno, come quelli di Cronache di Caserta e Napoli, men che meno che potranno scalfire il coraggio della direttrice Maria Bertone, donna coraggiosa e autorevole che ho avuto l’opportunità di conoscere recentemente proprio nella sede del giornale. Quello della provincia di Caserta è un territorio difficile: lo sa bene chi opera quotidianamente su e per questa terra, a vario titolo, in ambito sociale, civile, politico e nel settore dell’informazione. Ma se le forze della legalità hanno la capacità di unirsi e sostenersi a vicenda, non ci sarà camorrista che potrà piegarci”, ha aggiunto il senatore grillino Agostino Santillo. Non hanno fatto mancare il loro appoggio, dalla Lega, la deputata Pina Castiello (“È un atto che va denunciato e condannato in tutte le sedi. Continua a testa alta il tuo lavoro nella consapevolezza che lo Stato non lascia mai nessuno da solo”) e l’europarlamentare Valentino Grant (“Ti esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza per le minacce ignobili che hai ricevuto. Sono certo che nulla scalfirà il tuo impegno nella costante ricerca della verità e nel racconto della  medesima”). Dalla Regione nelle ultime 48 ore è stato offerto un sostegno unanime. “Inaccettabili le minacce di morte a Maria Bertone, direttrice di Cronache di Napoli e Cronache di Caserta. Il diritto di cronaca, tutelato dall’art.21 della Costituzione, è spesso messo in discussione dalla arroganza di una malavita sempre più spregiudicata.  Rispetto e tutela per il mondo dell’informazione, le regole della democrazia sono inviolabili.  Alla direttrice Bertone e alla redazione tutta la massima vicinanza, esortandoli a continuare nel fare  informazione con la determinazione e puntualità di sempre”, ha detto il presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero. “Le minacce sono un gravissimo atto nei confronti di un presidio di legalità che da anni accende i fari sui fenomeni criminali dei nostri territori. Un lavoro encomiabile che ha permesso il raggiungimento di grandissimi risultati che da’ fastidio ai clan. Esprimo la mia più sincera solidarietà e vicinanza a Maria Bertone”. A scriverlo in una nota è Pasquale Di Fenza, consigliere regionale dei Moderati. “Nessun atto intimidatorio fermerà chi da anni si batte per combattere il crimine e il malaffare”. “Minacce inaccettabili – rincara la dose Vittoria Lettieri, vice presidente della commissione speciale Anticamorra e Beni confiscati del Consiglio Regionale – che condanno con forza e che rappresentano sicuramente un rischio che non va sottovalutato. Sono fiduciosa che la magistratura e le forze dell’ordine, sempre attente, sapranno fermare questo pericoloso clima di odio nei confronti di chi rappresenta la libertà di stampa, soprattutto nei territori più a rischio per l’informazione. In Commissione riproporrò per il tramite dell’Ordine dei giornalisti della Campania, l’audizione di chi rappresenta la libera informazione in Campania, un progetto che avevamo già avviato”. Vicinanza personale e istituzionale al direttore, anche dal sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri: “Certamente la delinquenza non può immaginare di far tacere la stampa, certamente sbaglia indirizzo individuando come bersaglio un giornalista. Chi lavora merita rispetto, questo è stato un atto codardo”. Una chiamata di solidarietà è arrivata anche dal sindaco di Ercolano, Ciro Buonajuto.Le associazioni territoriali, infine, si schierano. Contro la camorra. Senza esitazione: “Massima disponibilità da parte nostra. I veri giornalisti svolgono una irrinunciabile funzione di difesa e promozione dei diritti fondamentali della persona”, fanno sapere dall’Assise per Napoli. “A nome mio personale e di tutta la Confederazione  della regione Campania, Le rimetto le nostre più sentite solidarietà per le minacce ricevute”, il messaggio di Mario De Florio, presidente del Cisas.

Maria Bertone

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