Lukoil: Urso punta alla garanzia Sace ma le banche tentennano. Nuovo round entro metà dicembre

Aumentare la garanzia Sace per rassicurare le banche sull'investimento necessario a salvare la Isab Lukoil di Priolo, che rischia lo stop con l'embargo al petrolio russo che scatterà il prossimo 5 dicembre, lasciando a secco la raffineria siciliana.

COPASIR audizione dell'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica Nella foto: l'audizione dell'Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, prefetto Franco Gabrielli al comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica COPASIR presieduto dal Senatore Adolfo Urso

Aumentare la garanzia Sace per rassicurare le banche sull’investimento necessario a salvare la Isab Lukoil di Priolo, che rischia lo stop con l’embargo al petrolio russo che scatterà il prossimo 5 dicembre, lasciando a secco la raffineria siciliana. E’ una delle opzioni sul tavolo del ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, come ha spiegato lo stesso ministro alla fine del tavolo convocato al Mimit e a cui hanno partecipato i sindacati, l’azienda e la Regione Sicilia. Le banche – grandi assenti all’incontro di stamattina – tentennano, ma i tempi sono serrati. A stretto giro quindi un nuovo round, atteso entro metà dicembre, a cui il ministro intende presentarsi “con soluzioni” alla mano. A rischio ci sono 10 mila lavoratori e il destino di un polo occupazionale e produttivo strategico non solo per il territorio siciliano, ma per tutto il Mezzogiorno.

Un dossier caldissimo da risolvere in fretta, quindi, battendo tutte le vie possibili: l’impianto di Priolo “è un interesse nazionale. Noi intendiamo perseguire tutte le strade”. Infatti, l’innalzamento del livello di copertura Sace (attualmente al 70%) è solo una delle ipotesi al vaglio del Governo. Un’altra strada potrebbe essere quella europea, “per capire se è possibile utilizzare gli stessi strumenti concessi ad altri paesi europei che si sono trovati nelle stesse condizioni”, prendendo in considerazione quindi anche una deroga all’embargo. Infine, nel caso di investitori interessati a rilevare l’impianto, “noi garantiremmo un livello di prescrizione che lo strumento golden power consente quando si tratta di asset strategici” a patto che vengano mantenuti “i livelli occupazionali, produttivi e gli investimenti per la salvaguardia dell’ambientale”, ha precisato Urso.

È stato un incontro “interlocutorio ma importante”, nonostante l’assenza delle banche, ha commentato il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, uscendo dal ministero e dicendosi rassicurato dal “grande senso di responsabilità” del Governo. Gli fa eco Edy Tamajo, assessore siciliano alle attività produttive, sottolineando “l’ottima sinergia tra il governo siciliano e quello nazionale” e aggiungendo alla lista delle possibili soluzioni sottoposte all’esecutivo anche “il riconoscimento dell’area di crisi industriale complessa, iter già avviato attraverso un procedimento amministrativo”. Dal fronte sindacale arriva intanto un appello accorato: fare in fretta e andare in pressing sulle banche “per consentire a Lukoil di ottenere linee di credito e acquistare il greggio che non può più provenire dalla Russia”, come ha spiegato Sebastiano Tripoli, segretario nazionale Femca-Cisl. Un impegno che, ha sottolineato Daniela Piras della Uiltec, “ci è stato garantito”. Più critica la posizione della Cgil: “Non abbiamo ricevuto alcuna garanzia concreta per mantenere la continuità produttiva e quindi occupazionale della raffineria”, si legge in una nota del sindacato, che chiede al Governo, non solo ai ministeri, “di agire in tempi strettissimi su tutti i livelli”.

di Martina Regis

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome