NAPOLI – Il giorno più buio, quello del distacco, dell’ultimo saluto. Delle lacrime, dei volti angosciati, del cielo che – non sarà un caso – è rimasto grigio per tutta la giornata. Ieri pomeriggio, a Teverola, sua città di origine, si sono svolti i funerali del vice sovrintendente in quiescenza della Polizia di Stato Nicola Barbato, medaglia d’oro al valor civile e cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica Italiana. Il 24 settembre 2015, durante un servizio antiracket presso un negozio di giocattoli a Fuorigrotta, nei pressi della stazione della Cumana, rimase coinvolto in un conflitto a fuoco, nel corso del quale, in seguito alle gravi ferite d’arma da fuoco, rimase gravemente ferito. Da quel giorno rimase paralizzato e costretto a stare su una sedia a rotelle. Un paio di settimane fa le sue condizioni di salute si sono aggravate a causa di una polmonite. Poi il decesso e il cordoglio che attraversa il Paese. Nella chiesa di San Giovanni Evangelista, ieri, era presente, tra gli altri, anche il capo della polizia, Vittorio Pisani, che ha lavorato con Nicola Barbato alla Squadra Mobile di Napoli. Rivolgendosi alla moglie, Pisani ha detto: “Accoglieremo i tuoi figli come i nostri figli, come solo la grande famiglia della polizia di Stato sa fare”. Ricordando un’intervista di Nicola, in cui diceva che si può vivere anche senza gambe, ha aggiunto: “Noi abbiamo il dovere di far girare sulle nostre gambe il suo esempio, se ognuno di noi nel quotidiano servizio riuscirà a far camminare sulle proprie gambe la gioia e la dedizione di Nicola per il suo lavoro, onoreremo oggi e per sempre il suo sacrificio”.
Grande è stata la commozione dei familiari, colleghi e amici presenti presso la chiesa, gremita di folla addolorata per la scomparsa di Nicola. “Ti ringraziamo per averci donato la vita” ha detto Vittorio Pisani. “Noi, Angelina (moglie di Barbato, ndr), accoglieremo i tuoi figli – ha aggiunto il capo della polizia di Stato – come i nostri figli, come la grande famiglia della polizia è in grado di fare e di essere”. Presente anche il questore di Caserta Andrea Grassi: “I figli di Nicola lavorano con me. E mi farò padre per loro – ha detto commosso -. Giovanna e Luigi sono ragazzi meravigliosi e l’esempio del padre ora continuerà a camminare sulle loro gambe”. il prefetto Giuseppe Castaldo, i parlamentari casertani Stefano Graziano, Gimmi Cangiano e Marco Cerreto. “Un grande uomo, un grande poliziotto, un grande padre di famiglia”, ha detto durante l’omelia il parroco don Evaristo Rutino. “Bisogna abbattere la cultura della violenza, della morte, per un cammino di verità, di giustizia, di carità”, ha aggiunto il sacerdote. Il sacerdote ha voluto anche ringraziare le forze dell’ordine, “custodi e sentinelle delle nostre città, in modo particolare di questo nostro territorio che ha tanto bisogno di riscatto. Il sacrificio e l’impegno di Nicola è seme di speranza, di futuro. Bisogna abbattere la cultura della violenza, della morte, per un cammino di verità, di giustizia, di carità”. Il presidente del Consiglio comunale di Napoli, Enza Amato ha espresso “il più sentito cordoglio per la scomparsa di Nicola Barbato. Andai a trovarlo in ospedale e l’ho ritrovato in seguito, presso la chiesa di San Vitale, in occasione di un’iniziativa contro la camorra. L’impegno, e l’altissimo senso del dovere, per il quale fu insignito della medaglia d’oro al valor civile, sono stati la cifra della sua vita. Fui felice di poterlo ringraziare per questa dedizione alla difesa di noi cittadini che lo aiutò a superare quel momento drammatico e a tornare al lavoro. Nicola Barbato ci lascia uno straordinario esempio di vita e di dedizione ai valori dello Stato. Mi stringo con affetto e commozione ai suoi familiari”.
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