In risposta a un’ondata di allarmismi ingiustificati sulla presenza del lupo nell’Anconetano, le principali associazioni ambientaliste e animaliste italiane hanno diffuso una nota congiunta. ENPA, LAC, LAV, La Lupus in Fabula e WWF Italia hanno voluto fare chiarezza per promuovere una corretta informazione e una serena coesistenza con questo animale.
Il ritorno del lupo è una delle più grandi vittorie per la conservazione della fauna in Italia. Dalla quasi estinzione negli anni Settanta, la specie ha ricolonizzato spontaneamente il territorio nazionale grazie a leggi di tutela, come la 157/92, e all’aumento delle sue prede naturali, in particolare il cinghiale.
Questa espansione, tuttavia, è avvenuta in un paesaggio sempre più frammentato e urbanizzato. Tale condizione “costringe” l’animale a muoversi anche in ambienti agricoli e, occasionalmente, ad avvicinarsi ai centri abitati, generando preoccupazione tra i cittadini.
Le associazioni hanno sottolineato con forza che non esiste un reale e giustificato pericolo per l’incolumità delle persone. Il lupo è una specie elusiva e intelligente, che per natura tende a evitare il contatto diretto con l’uomo, anche a causa di secoli di spietata persecuzione. Gli episodi di aggressione del passato sono avvenuti in contesti socio-ambientali completamente diversi da quelli attuali.
Molti degli avvistamenti segnalati nelle ultime settimane descrivono comportamenti del tutto normali per il periodo invernale. In questa stagione, i giovani esemplari, ormai autosufficienti, lasciano il branco d’origine e si disperdono alla ricerca di nuovi territori e fonti di cibo, esplorando anche zone a loro sconosciute.
Essendo un predatore opportunista, il lupo segue le disponibilità alimentari. È in questo contesto che l’incuria umana gioca un ruolo determinante. Sacchi di rifiuti lasciati fuori dai cassonetti o cibo abbandonato per gatti e cani randagi rappresentano una forte attrazione per gli animali selvatici, spingendoli involontariamente verso le aree abitate.
Sebbene il lupo non rappresenti una minaccia per l’uomo, possono verificarsi predazioni su bestiame o animali d’affezione. Le associazioni precisano però che questi eventi accadono quasi esclusivamente quando gli animali domestici non sono adeguatamente custoditi o protetti.
“I lupi non si avvicinano ad animali che stanno accanto a noi, perché di noi hanno timore”, si legge nella nota. Predazioni su cani sono avvenute solo quando questi erano lasciati soli di notte, liberi di vagare o incatenati in aree non recintate. L’imperativo è quindi quello di non lasciare cani e gatti all’aperto durante le ore notturne e di adottare recinzioni e misure di protezione adeguate per il bestiame.
Nonostante lo status di specie protetta, la reazione persecutoria innescata dagli allarmismi continua a causare vittime. Si stima che ogni anno in Italia tra 200 e 500 lupi muoiano a causa di atti di bracconaggio, investimenti stradali o avvelenamento.
L’appello finale è rivolto ai cittadini: non cedere alla tentazione di diffondere panico sui social media e non inseguire gli animali per fotografarli. Per qualsiasi dubbio o segnalazione, è fondamentale affidarsi con fiducia alle istituzioni, alle Forze dell’Ordine e alle associazioni competenti, unici interlocutori in grado di garantire una gestione corretta.



















