Roma (LaPresse) – “Le mie responsabilità non possono ricadere sui miei figli”. Lo dice Antonio Di Maio, padre del vicepremier e capo politico dei Cinque Stelle, che rompe il silenzio in una intervista al Corriere della Sera dopo la polemica sui lavoratori in nero nell’azienda di famiglia e il sequestro di alcuni beni sui terreni di loro proprietà.
Antonio Di Maio giudica “totalmente diverse” le vicende che hanno riguardato il padre dell’ex premier Matteo Renzi.
“Mio figlio, giustamente, ha preso le distanze dagli errori che ho commesso, ha garantito subito la massima trasparenza presentando tutte le carte – afferma -. Non si è sottratto alle domande, non ha fatto nulla per favorirmi o nascondere fatti ed ha fatto bene. Lo conosco, è mio figlio, non avrebbe potuto avere altro comportamento perché è una persona onesta”.
Il padre del ministro del Lavoro rompe il silenzio dopo le polemiche
Hanno attaccato Luigi con una ferocia spropositata – denuncia il padre del vicepremier -. Stanno cercando di colpirlo ma lui non ha la minima colpa. Non era a conoscenza di nulla. Le mie responsabilità non possono ricadere sui miei figli. Tornare indietro non si può ma se potessi riavvolgerei il nastro per non ripetere gli errori del passato. Questo non è possibile quindi posso solo dire che mi dispiace”.
Nei giorni scorsi, il ministro del Lavoro ha confessato di aver interrotto i rapporti con il padre per anni: “Mi spiace – commenta Antonio Di Maio – che in passato ci siano state delle incomprensioni che per fortuna con il tempo abbiamo superato. Penso possa accadere tra un padre ed un figlio”.